Media Literacy

Il Giornale in Ateneo

Il progetto “Il Giornale in Ateneo” è un progetto che si rivolge a tutte le Università italiane. Nasce nel 2007 con l’idea di accompagnare i giovani nel loro percorso di avvicinamento all'informazione di qualità.
Studenti Giornale in Ateneo

Progetto

Il progetto de "Il Giornale in Ateneo" ha come obiettivo principale quello di attualizzare le materie di studio facendo sì che i docenti universitari possano aprire le porte delle proprie aule universitarie alla concretezza che l'informazione di qualità può dare. Dal 2007 ad oggi i docenti sono stati invitati ad utilizzare lo strumento didattico"quotidiano" del giornale, sia in formato cartaceo che in formato digitale, nel corso delle proprie lezioni.

Lezioni in aula: per 10 lezioni, a semestre, il docente ha la possibilità di utilizzare lo strumento "quotidiano" cartaceo o digitale (Il Sole 24 Ore Corriere della Sera QN - La Nazione, Il Giorno, il Resto del Carlino) per attualizzare la propria materia di studio, in totale autonomia didattica.

Per aderire al progetto

Ogni anno l'Osservatorio Permanente Giovani-Editori riserva solo ad un numero limitato di docenti la partecipazione all'iniziativa.

Tutti i docenti interessati a partecipare al progetto "Il Giornale in Ateneo", sia nel  primo che nel secondo semestre, possono contattare la Segreteria per ulteriori informazioni tramite posta elettronica all'indirizzo adesioni@osservatorionline.it o al numero 055 417373.

Si precisa che essendo stato stabilito un numero massimo di adesioni, la Segreteria si riserva di accettare o meno le richieste che perverranno.

Il giornale in ateneo

La storia del progetto

Nel corso del 2007 l’Osservatorio Permanente Giovani-Editori lancia una nuova sfida nell’ambito della formazione, spostando l’attenzione dal mondo della scuola a quello dell’università: questa sfida si chiama “Il Giornale in Ateneo” ovvero l’attualizzazione delle materie di studio attraverso l’uso dell'informazione di qualità come strumento didattico “quotidiano” nelle aule universitarie.

Il progetto nasce nel corso dell’anno Accademico 2007-2008 con una sperimentazione, presentata a Firenze davanti ad un ristretto numero di professori universitari, e il coinvolgimento di 63 docenti e 25 atenei. Questa fase test ha avuto la durata di un semestre, quatto mesi che hanno messo in evidenza l’entusiasmo dei docenti e degli studenti, ma anche, e soprattutto, la varietà delle esperienze, delle metodologie e degli ambiti disciplinari con i quali l’iniziativa può entrare in contatto. L’entusiasmo della fase test ha portato ad una nuova sperimentazione, nel corso dell’anno Accademico 2008-2009, della durata di un’intera annualità: 74 università italiane, tre testate leader Corriere della SeraIl Sole 24 Ore e il QN, un format più strutturato e due momenti di incontro per i docenti, il primo a Firenze e il secondo a Roma, durante i quali è stato possibile scambiare esperienze e suggerimenti.

Superata con successo anche questa seconda sperimentazione il progetto ha cominciato a conquistare sempre più docenti (150 è limite massimo dei partecipanti per ogni anno Accademico) che si sono avvicendati nel corso delle edizioni finora realizzate, e a coinvolgere 75 università.

Materiali Didattici a.a. 2023/24

Intervista alla professoressa Giovanna Farinelli

Intervista alla Professoressa Giovanna Farinelli

Con la Professoressa Giovanna Farinelli, docente dell’Università degli Studi di Perugia, abbiamo discusso del fatto che l’istruzione "…deve aiutare a pensare"[1] e il giornale è un ottimo strumento. Lo studio di modelli di vita e fenomeni sociali consente, inoltre, di creare educazione civica. Questo tema è particolarmente curato dalla Prof. Farinelli che si occupa anche di trovare nella costituzione un riscontro delle tematiche emerse.

Riscontra nell’utilizzare il giornale cartaceo dei vantaggi sia in termini esperienziali che di qualità dell’informazione, ed è un’occasione per confrontare la qualità dell’informazione digitale con quella cartacea, e diventare dei lettori più consapevoli. Inoltre, allarga gli orizzonti, facendo acquisire una sorta di capacità di leggere il presente e il futuro, cioè di intravedere in anticipo in quale direzione si stanno sviluppando gli scenari, come potrebbero essere le persone e le relazioni nel futuro.

Il punto di forza del laboratorio per la Professoressa è che consente di intraprendere un percorso di condivisione, di riflessione critica, di partecipazione e condivisione delle conoscenze.

Prof.ssa Farinelli: Si figuri. Le ho inviato un po’ di informazioni in più sul corso e sul laboratorio e un po’ di link alle interviste già fatte sull’iniziativa il Giornale in Ateneo, tra cui la partecipazione di alcuni miei studenti al Convegno "Crescere tra le righe" del 2015 a La Bagnaia.[2] Io stavo guardando proprio ora il mio storico e lavoro con il quotidiano in aula da una vita, è dall’anno accademico 2011/2012 che aderisco a “Il Giornale in Ateneo”. Il primo anno aderì la mia collega, la Professoressa Floriana Falcinelli, ma la movimentazione dei quotidiani era complicata. Nei primi anni io recuperavo proprio fisicamente i giornali qua e là per la città con la grande, anzi grandissima, collaborazione di due edicole (Tenda e Poli) una in periferia e una in centro storico che hanno fatto di tutto per conservarmi le copie alle 6:00 di mattina. Negli ultimi anni abbiamo anche noi perfezionato l’organizzazione con il distributore, così le consegne possono essere molto mattiniere, però in luoghi sicuri. Quindi ho avuto grande collaborazione da parte del Direttore, dei colleghi, di tutti, quindi diciamo che ormai questo progetto ormai mi rappresenta. Si tratta di utilizzare il giornale non come semplice passatempo, ma il giornale come strumento didattico.

A.: Mi arriva anche un fermento intorno all’iniziativa, da quello che mi racconta.

Prof.ssa Farinelli: Si! Nel mio programma si può vedere tutto il mio percorso. Io dedico un laboratorio al progetto de “Il Giornale in Ateneo” che dà diritto ad un credito formativo. Diciamo che se non ci fosse stato l’avrei inventato! Anche il convegno “Crescere tra le righe” organizzato dall’Osservatorio Permanente Giovani-Editori è una grande iniziativa e che non ha eguali.  Adesso, spero che vada in porto una tesi di Laurea collegata a questo progetto.

A.: Mi aggancio ad una delle cose che ha accennato sul Credito Formativo, è stato semplice impostare la possibilità di dare un credito??

Prof.ssa Farinelli: Dato che il piano di studi ministeriale del Corso in cui insegno, Scienze della Formazione Primaria, prevede già dal 2011, nell’ambito dell’Insegnamento di Pedagogia, 8 crediti più un credito di Laboratorio, ho pensato bene subito di inventare e sposare il credito a favore del progetto. Il consiglio ha approvato, e, non solo, questa iniziativa è stata estesa, esportata anche ai corsi di Scienze Motorie Sportive e Infermieristica dove insegno, ben lieti di avere nei giorni di lezione, in qualche data, i quotidiani. Prima c’era un esame a parte, adesso rientra nell’esame finale, C’è una parte, ovviamente applicativa, sia di lettura del quotidiano, che manipolazione, per i bambini, siccome è un corso che prevede la formazione di insegnanti da 0-3, 3-6, 6-11. L’attualità e l’informazione di qualità, come quella proposta dall’Osservatorio, si propone anche a bambini più piccoli, nella Primaria dalla quarta o dalla quinta. C’è questa attenzione per la notizia, come informazione di qualità, ed io la chiamo “Educazione Civica Quotidiana”.

A.: Secondo lei, il fatto che ci sia un Credito è una motivazione in più per gli studenti, oppure crede che la libertà e la volontarietà dell’adesione possa favorire il processo?  

Prof.ssa Farinelli: No, il Credito, semmai, dà come dire rilievo all’iniziativa. Per me il Credito è stata una conseguenza, non ho inserito il laboratorio perché dovevo riempire il credito. Anzi, mi dispiacerebbe se oggi venisse meno e continuerei comunque a portare i quotidiani in aula. Forse la versione digitale potrebbe facilitare la logistica ma non avrebbe la stessa efficacia, perché siamo ancora un popolo di carta. L’unica cosa, sarebbe utile aumentare la scelta dei quotidiani, magari includendo anche l’edizione della Domenica de Il Sole 24 Ore.

A.: Quindi lei dice che, da un lato, la versione on line vi faciliterebbe, però, dall’altro, l’esperienza del contatto e della fisicità del cartaceo da un valore aggiunto?

Prof.ssa Farinelli: Si perché in questo caso, essendo presenti e materialmente in aula, tu devi sfogliarli. Il fatto di averli on line, vai a cercare solo ciò di cui hai bisogno. Quella ricerca maniacale di notizie on line o comunque nel digitale, rischia comunque di non essere selezionata e guidata, ma in balia del motore di ricerca. Il cartaceo contiene notizie, a volte, più approfondite, meno sbrigative - "slow information" - proprio perché materialmente il cartaceo ha più spazio, invece, il digitale, ha dei criteri di editing diversi, la rapidità. Io credo che il fatto di dare un credito, si, può essere uno stimolo per la qualità, però l’abbiamo fatto anche senza il credito. E’ solo un giusto riconoscimento.

A.: Volevo chiederle se questo intersecarsi tra il digitale e il quotidiano cartaceo, è stato uno dei temi affrontati specificamente oppure è un tema trasversale che avete affrontato?

Prof.ssa Farinelli: Dunque, si lo affrontiamo, perché, anche nel percorso di pedagogia, il titolo del mio corso è “Scuola, Educazione, Cittadinanza” quindi l’aspetto del digitale, rientra tra quei percorsi di educazione informale, come oggi li chiamiamo, cioè di questa necessità di disciplinare la comunicazione in rete. E’ un’impresa titanica, credo impossibile, un’utopia, perché per rispettare il principio di libertà il web, può contenere anche spazzatura, è inevitabile e non possiamo censurare. L’unico segreto, l’unica arma è quella di educare ad una consultazione oculata. L’esperienza mira ad un’educazione alla conoscenza dell’informazione che viene propinata. Una selezione che non può essere una censura, non esistono filtri, se ci sono filtri, non c’è libertà nella ricerca, anche l’Educazione non può ignorare quelli che sono i bisogni. Comunque, vedo più preparati i giovani che gli adulti in questa selezione. Bisogna educare, però, ad un’identità, ad un senso di appartenenza, ad una cittadinanza, e a presentarsi per come si è. Il digitale è uno strumento potentissimo formidabile. E' impossibile farne a meno nella comunità di oggi, con tutti i rischi che questo comporta.

A.: Lei mi ha già accennato che l’attività che organizza consiste nel selezionare un articolo, durante il laboratorio, le va di descrivere un po’ di più qual è la modalità con cui utilizza i giornali?

Prof.ssa Farinelli:  Si le attività, in genere, si svolgono a lezione, vengono formati dei gruppi di solito sono gruppi di massimo 10 ragazzi, minimo 5. Sono circa 15 gruppi che nei giorni e nelle ore di laboratorio, selezionano gli articoli, anche in base agli argomenti del Corso e con riferimento alla Costituzione Italiana o ai  testi da me suggeriti. Scelgono un tema e poi vanno a cercarsi la notizia, oppure, preferibilmente, per rendere quell’attualizzazione, dinamicizzazione, concretizzazione di cui parla il Professor Scurati, vanno a cercare la notizia, una che si collega ad un tema attinente al programma, la approfondiscono attraverso quotidiani, nei giorni in cui sono disponibili, o cercano altre notizie legate a quella notizia in particolare. La scelta è lasciata ai gruppi, in base o al punto del programma e del testo trattato o alla notizia. Quindi viene scelto anche in base a quello che in media accade in Italia.  Noi normalmente aderiamo all’iniziativa per il corso di  Formazione Primaria tra il novembre e dicembre, quindi sono quei due mesi, e non sempre ricade una notizia rilevante. Durante le lezioni, cerchiamo anche di trattare i temi eclatanti che riguardano la cronaca locale, nazionale, o anche di altri paesi, in Europa o nel resto del mondo. Diciamo che porto la notizia e poi la commentiamo collegandola ai testi normativi, testi di studio come “La scuola della Cittadinanza” della Prof.ssa Santerini.  All’interno del laboratorio, io do anche dei materiali di studio, che sono la Costituzione per i bambini, sono due edizioni una di Mario Lodi e una di Piumini e un film/documentario di Walter Veltroni “I bambini sanno”. Poi tutto quello che esce in Rai, Mediaset e La7 o quelli che sono i canali accreditati, che viene da me segnalato anche grazie ai quotidiani, che ne so se io vedo che la sera viene proiettato il film “Smetto quando voglio!”, io dico: "Ragazzi mi raccomando stasera c’è la proiezione di …, potete rivederlo su…", tutto ciò che è gratuito, tutto ciò che è cultura, che è informazione di qualità gratuita. Quindi, la strutturazione avviene in questo modo, non so se sono stata chiara, ma ecco più o meno così:

Scelta del tema;

Scelta della notizia;

Collegamento con i testi e la Costituzione;

Un elaborato scritto finale di 3 o 4 cartelle;

Ultimo giorno del laboratorio, Esposizione orale dell’elaborato, in cui i 15 gruppi di 10 ragazzi riferiscono gruppo per gruppo parlando tutti almeno un minuto. Noi dedichiamo circa 150 minuti, algebricamente ma poi va a finire che impieghiamo 3 ore, che dedichiamo ad un’esposizione di questo laboratorio che poi va a confluire in quello che è la valutazione finale. A me non interessa il voto poiché il credito formativo, in Italia, significa 25 ore di lavoro. Un credito, cioè, corrisponde a 25 ore di lavoro, e i ragazzi, infatti, lavorano sul progetto, 15 ore in aula e almeno 10 nei loro luoghi di studi. Questo è rilevante per ottenere un Credito, poi a quel punto, il voto è un elemento che in Italia resta, ma spero che non duri a lungo e che si vada verso sistemi più evoluti che vanno a dare crediti e lascino perdere quella che è la valutazione unica. La frequenza obbligatoria vuole dire un obbligo per i ragazzi di incontrarsi, frequentarsi, conoscersi, vuol dire anche utilizzare le biblioteche, non è solo mettersi  seduti in un parco e scrivere, ma è proprio frequentare le strutture previste in cui leggere anche i quotidiani, etc...

A.: Se lei dovesse individuare una cosa, in particolare, a cui l’utilizzo dei quotidiani contribuisce? Cioè cosa aggiunge, in particolare, alle lezioni l’utilizzo dei giornali?

Prof.ssa Farinelli: Aggiunge quella capacità di leggere il presente e il futuro, perché mi propongo sempre di anticipare. Dico ragazzi:<<Oggi voi siete al primo anno, tra cinque anni sarete a scuola, perché laureandovi a Giugno tra 5 anni, a Settembre tra 5 anni, quasi matematicamente, come Almalaurea pare che abbia confermato nell’ultimo rapporto, al 90% e passa di probabilità, sarete in aula ad insegnare. Quindi dobbiamo prepararvi per un’aula che avrete tra 5 anni forse 6 o forse 7, quindi dare la spinta attraverso l’attualità di anticipare il futuro, non di fare i maghi o di essere  come dire degli indovini ma di dare quel valore profetico e quel significato autentico di cercare di prevenire e prevedere, addirittura anticipare, e di non essere impreparati quando troveremo che so, famiglie tipo A, B e C, sapere il ruolo del genitore, vedere come sono le tipologie di famiglia. Di fatto in una costituzione eretta al ’48, il diritto di famiglia, che ha avuto un’evoluzione, ma in Italia non più di tanto, qual è la realtà che troverete? In maniera che quando andrete a scuola, come insegnanti, vi direte: "Ah si, vedi questo già lo immaginavo, me l’aspettavo.". E’ quasi impossibile, di questi tempi anticipare il futuro e sappiamo quando si parla di  situazione economiche finanziare nel nostro paese che veramente ci dicono, non so, che navighiamo a vista, però di riuscire a capire  come saranno le persone, anticipare, le relazioni, cercare di avere gli strumenti pronti per non essere evitato, non essere anacronistici. Cercare di giocare d’anticipo, il lavoro vero è quello di fare prima, non fare copia e incolla e tirare a campare, capire prima e riuscire a prevenire, la prevenzione è l’arma più importante, quindi l’educazione e non l’indottrinamento.

A.: Quindi per lei il giornale favorisce l’apertura mentale?

Prof.ssa Farinelli: Assolutamente si, stimola la conoscenza del futuro, perché leggendo la notizia, ecco dici, questo poteva non accadere, cosa posso fare perché non accada? Un po’ come nel film “Avvenne domani”, di Renè Clair in cui la testata nel sogno del protagonista era molto particolare, era quella del giorno dopo, nel giornale c’erano scritti i fatti che sarebbero accaduti l'indomani. Il giornale di oggi, cioè, diventa il giornale del domani.

Lo posso leggere e posso informarmi e riuscire a capire se stanno cercando di indottrinarmi, se stanno spingendomi verso una direzione particolare.

Poi credo che semmai è l’on-line che spinge la vendita del cartaceo, perché vedo una notizia che ho ricevuto magari dal telefonino, e voglio andare ad approfondirla.

Credo, inoltre, che, come mi hanno detto anche le nostre edicole, i ragazzi, alcuni, non tutti, non tantissimi, continuano a comprarlo.

A.: Qual è la reazione degli studenti, rispetto alle attività proposte?

Prof.ssa Farinelli: Paradossalmente, come rilevato dalle valutazioni ANVUR fatte dai ragazzi, nel 2019, alcuni sono più gratificati e valutano meglio il docente che arriva, legge, ascolta, risente, 30 e lode, cioè dal docente che utilizza esclusivamente le slides, anche se non sa spiegare. Questo accade anche nei corsi di medicina, e questo mi spaventa un po’ vista la professione che andranno a svolgere, spero che acquisiscano le competenze giuste. Le segnalo, l’”Università tradita” uscita questa estate con Il Giornale, del chimico Franco Battaglia, il quale conferma che le valutazioni sono delle volte inattendibili. In realtà, gli studenti spesso vanno su Google, vanno sui motori, cercano le cose più strane, si buttano e preparano esami con superficialità. Alcuni professori, ripeto, vantano conoscenze tecnologiche, usano la LIM, usano le mooc, ma se non c’è dietro un lavoro quotidiano e la disponibilità del docente 24 ore a parlarne di persona con gli studenti, che valore ha? Fare un filmato, sbatterlo lì e rivederlo, non è l’on-line, è teledidattica, è come la televisione che proietta le lezioni di Dario Antiseri, non è apprendimento a distanza, a volte questo tipo di formazione viene scambiata come formazione on-line di qualità, ma non è così.

A.: Quindi, lei conferma la fatica di innescare nella didattica una relazione un po’ diversa?

Prof.ssa Farinelli: Si, purtroppo, mi sforzo, però vedo la stessa passività anche da parte di alcuni ragazzi, a volte molto bravi, senza generalizzare perché ci sono quelli che mi apprezzano e mi scrivono i commenti positivi. Alcuni mi scrivono che sono troppo attualità. Ho avuto questo commento qualche anno fa, al che ho detto è positivo o negativo? Sicuramente lo studente lo ha scritto come commento negativo. “Troppa attualità!” a me, vuol dire che preferiscono la didattica tradizionale, avere da studiare un libricino da imparare a memoria e ripetere agli esami per superarli. Questo per me è un’umiliazione generale, è una vergogna per il nostro paese. Lo studente è gratificato da quelle nozioni che può imparare facilmente, è vero che non c’è una formazione di base istituzionale, è vero che nella Primaria non si scrive più, non si impara e non si ingegna a leggere e scrivere e far di conto ma è vero che l’Università deve fare l’Università. Io non posso recuperare i vuoti, devo farlo, ma non posso recuperare tutti i vuoti che ha fatto la primaria e la secondaria, ci provo ma… ecco quest’anno ero tentata di prendere il corso di Grammatica Italiana! Quindi nei giovani di oggi ci sono dei vuoti effettivi che non permettono di lavorare un passo avanti e ti costringono a rifare la Storia, ci sono dei vuoti anche di Storia contemporanea, vuoti di attualità. Ecco! Il quotidiano permette di avere informazioni che poi ognuno può selezionare, ma se non c’è l’informazione si fa a selezionarla, se viene preparata da qualcun altro e la si impara solo a memoria, viene a mancare questo percorso di condivisione, di riflessione critica, di partecipazione e condivisione delle conoscenze, che è un aspetto importante, a cui punto molto nel laboratorio, però forse non vorrei contarci troppo io senza trovare ragazzi pronti per il corso che hanno scelto. Posso azzardare una percentuale dei ragazzi che sono pronti? Io calcolo intorno al 20%, ogni anno, di ragazzi in tutti i miei corsi. Ci sono ragazzi che, invece, lo scoprono, o forse lo scopriranno negli anni successivi, perché non hanno al momento quella capacità di aggredire quello che è presente e futuro. Invece, con i colleghi tedeschi, americani, che hanno meno capacità di base, forse meno preparazione da altri punti di vista, però sono molto più aggressivi e molto più pronti per quello che è il futuro, questa didattica è vincente.

A.: Possiamo dire, che in questo lei intravede proprio la forza di questo progetto, cioè dare una piccola spinta in questa direzione? 

Prof.ssa Farinelli: Si, è  forte nella continuità. “Il Giornale in Ateneo” dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori da garanzia di continuità, perché sono diciotto anni, quasi 19, mi pare che l’Osservatorio sia stato fondato nel 2000, ed è una garanzia di serietà, di qualità. Quindi, quegli aspetti che ti dicono che non sono gli ultimi arrivati, mi danno una garanzia, nella selezione dei quotidiani che fanno, quindi una continuità che è un premio essere riusciti a mantenere quest’iniziativa. Io lo scrivo nei miei registri: “Lettura/Rassegna stampa su Educazione Civica Quotidiana”, perché lo faccio o prima di entrare in aula, se riesco ad arrivare prima, o nei primi minuti della lezione, durante l’intervallo, quello che è il quarto d’ora accademico, sfogliare, leggere io rapidamente i tre quotidiani, quindi Nazione, Corriere e Sole, e segnalare in relazione ai punti trattati nel programma gli articoli. Poi memorizzo, in una scheda, giorno per giorno, le pagine dei quotidiani che ho segnalato.  Io faccio la mia parte, non è che arrivo e lo sbatto lì e dico leggetelo, dando un’idea ai ragazzi di un utilizzo io in primo luogo del quotidiano, che ho letto che so già, che quella notizia sia collegata all’altra notizia, che può dare un’altra mezza notizia, dando a loro la capacità e il suggerimento sul come fare. Alcuni seguono, però ogni tanto c’è lo studente che si fa gli affari suoi, anche se è raro, non è diffuso… Stiamo facendo una rassegna stampa, dando un’idea, ma ripeto, qui è un lavorone, perché richiede in pochi minuti, la capacità di selezionare da tre quotidiani, quelli che sono gli articoli più importanti, che siano legati al mio corso. A volte capita anche la pubblicità di Oliviero Toscani della Benetton, ecco che va segnalata, o capita che magari, c’è una pagina pubblicitaria di particolare interesse, tutto viene segnalato, anche le modalità di utilizzo della lingua italiana, quindi sono prima io la consumatrice accanita e lettrice critica dei quotidiani.

A.: Fa un po’ da modello per gli studenti?

Prof.ssa Farinelli: Ci provo! Mi è capitato un anno in cui un ragazzo che già leggeva il Sole 24 ore della Domenica, leggere il Sole 24 ore della domenica è un bel segno, io conservo ancora qualche copia, li regalo ai ragazzi, per far vedere anche cosa esce con il Sole 24 Ore la Domenica. Conservo nella mia casa e nel mio studio, all’Università una copia di tutti i quotidiani consegnati, o una pila ormai decennale, delle copie che ho dato, perché se qualcuno vuole recuperare quell’articolo, che io ho segnalato, per qualche ragione, io ho la copia cartacea.

A.: Bene, quanta ricchezza! Ho un’altra domanda, collegavo prima quando diceva che durante il laboratorio, si seguono altre notizie connesse a quelle lanciate all’inizio del percorso, in questo è sempre lei a selezionare gli articoli oppure gli studenti sono propositivi?

Prof.ssa Farinelli: Si, anche gli studenti, si perché a volte nella scelta dei loro lavori, sono loro ad individuarli. Difficile che mi sfugga un articolo che sia molto legato al mio corso, praticamente impossibile, però, per avere un bilanciamento, fanno magari segnalazioni riprese da altre testate. I ragazzi devono sapere che dentro questi quotidiani c’è anche un orientamento, e li invito ad acquistarne diversi. Qualche volta utilizzano i settimanali ed io non sono molto d’accordo perché il settimanale ha già un’impronta diversa. Il quotidiano è il quotidiano. Vuol dire essere informati tutti i giorni, almeno chi opera nell’ambito delle attività intellettuali, e comunque anche il lavoratore che ha la catena di montaggio, l’operaio, ha bisogno di essere informato per evitare quello che sta succedendo ora: chiusure di aziende, di giocare d’anticipo anche nel proprio lavoro, perché il lavoro è un ambito formativo, non è un ambito di sfruttamento, per cui questo è il valore che io do.     


[1] Dall’articolo “Lezioni di Vita” su “La Nazione” del 7 Aprile 2018

[2] "Crescere tra le righe": l'esperienza raccontata dagli studenti, che nel 2015 si è svolto a Borgo La Bagnaia, nei pressi di Siena, dal 22 al 23 maggio, permette agli studenti di confrontarsi con gli esponenti del mondo dell'editoria, nazionale e internazionale, dell'imprenditoria e con le istituzioni, sull'informazione di qualità e su come questa possa e debba essere correttamente veicolata. Si vedano varie interviste: "Crescere tra le righe": l'esperienza raccontata dagli studenti

Speciale Università - Convegno ” Crescere tra le righe. Giovani, editori e istituzioni a confronto” - TEF - https://vimeo.com/132319190La professoressa Giovanna Farinelli e le dottoresse Agnese Rosati, Alessia Bartolini e Silvia Fornari, tutte del Dipartimento di filosofia, scienze sociali, umane e della formazione ospiti della trasmissione radiofonica “L’uovo di Colombo” http://www.umbriaradio.it/podcast/giovanna-farinelli.html; Alcune delle interviste rilasciate nel corso della nona edizione dagli ospiti internazionali:

https://www.cresceretralerighe.it/video/

“Zapping Radio 1”, giovedì 9 agosto 2018, ore 20:15, Rai Radio 1, con Carlo Cianetti, intervista su giovani e razzismo: Giovanna Farinelli da 00:46 a 00:54 https://www.raiplayradio.it/audio/2018/08/ZAPPING-RADIO1-54e631bc-2e36-4f0e-9601-93f97522cfcd.html

Scheda Operativa a cura del professor Cesare Scurati