Nell'aprile del 2004, l'Herald International Tribune, quotidiano statunitense di proprietà del New York Times, ha dedicato un approfondimento all'Osservatorio Permanente Giovani-Editori e, nello specifico, al progetto "Il Quotidiano in Classe" ed ai suoi sviluppi internazionali (stava infatti per prendere vita il Progetto Internazionale dell'Osservatorio, che ha previsto la distribuzione, agli istituti italiani di Cultura ed agli Istituti scolastici nazionali ed internazionali con sezione italiana in Gran Bretagna, Francia, Spagna e Germania, di alcuni tra i più importanti quotidiani italiani (Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore e QN) e stranieri (Le Monde in Francia, The Times in Gran Bretagna, El Mundo in Spagna e Frankfurter Allgemeine in Germania) perché venissero letti in classe.
Abbiamo ripreso in mano quell'articolo, intitolato come la news del giorno di oggi, e lo abbiamo tradotto per leggerlo insieme.
Giornali alla ricerca di una nuova generazione
Di fronte alla crescente competizione creata da internet, telefonia mobile e altre moderne distrazioni, le major europee dei giornali stanno unendo le forze per attrarre i giovani lettori.
In quasi 29.000 classi in Italia lo scorso anno scolastico, gli studenti impiegavano un'ora a settimana nel confrontare come i differenti giornali trattavano le notizie. L'iniziativa, chiamata "Il Quotidiano in Classe", sembra destinata a diffondersi in altri Paesi europei. L'obiettivo è di affinare le competenze attraverso lo studio comparativo dei quotidiani e di avvicinare i giovani alla stampa. "Parti con la conoscenza, poi l'analisi e quindi ti formi un'opinione", ha detto Alessandra Volpi, 41 anni, insegnante di italiano alla scuola Donatelli Pascal, a Milano, che fu la prima della scuola ad aderire all'iniziativa, la quale richiede alle insegnanti di impostare un preciso piano delle lezioni. "I giornali aiutano a formare una coscienza critica".
Nel corso di una confronto su quello che vogliono dai giornali, gli studenti hanno chiesto maggiori editoriali, più politica e maggiori notizie incisive. La discussione è stata vivace e merita un approfondimento. Gli studenti erano solo alcuni dei 747.000 che hanno partecipato in tutta Italia al progetto. Secondo Andrea Ceccherini, il 30enne alla guida dell'Osservatorio Permanente Giovani Editori, un'organizzazione che a base a Firenze e che promuove il progetto nelle classi, il programma aiuterà a formare la classe manageriale del futuro. "Avere un'opinione aperta, libera da ignoranza e pregiudizi, è importante perché aiuta i giovani di oggi a diventare dei liberi cittadini di domani".
Quattro anni fa, Ceccherini convinse il quotidiano milanese Corriere della Sera, la Rete nazionale dei giornali locali Poligrafici Editoriale e il quotidiano finanziario il Sole 24 Ore, ad appoggiare il progetto usando il loro giornale come materiale didattico. "I giovani non leggevano diventando "poveri", e questo è vero anche per gli editori che non vendevano ai giovani. Così si sono messi insieme una serie di bisogni diversi e si è ottenuto ricchezza. La nuova organizzazione ha unito due mondi che non si parlavano abbastanza".
Oggi la maggior parte degli editori ha appoggiato l'iniziativa, che sta approdando nel resto d'Europa. In risposta all'appello di Ceccherini, lo scorso mese all'Osservatorio è stato siglato un accordo di intenti tra i rappresentanti dei gruppi dei media italiani, la spagnola Unidad Editorial, il francese Le Monde, il tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung e l'inglese News International, il giornale di Rupert Murdoch. Per adesso non è chiaro come opererebbe questa alleanza europea, ma Ceccherini ha detto che quando sarà arrivato ottobre, un gruppo di lavoro potrebbe iniziare elaborando i dettagli, che consistono nella distribuzione transfrontaliera dei giornali. "Abbiamo un anno per lavorare su questo", ha detto.
"Probabilmente è un'iniziativa da perfezionare", ha ammesso Leslie Hinton, il Presidente esecutivo di News International, che ha firmato l'accordo durante i due giorni di workshop che l'osservatorio ha tenuto in maggio. "Tuttavia è importante seminare perché si affronta la più grande sfida che riguarda i giornali: la crescente concorrenza per i giovani, i quali possono scegliere tra una vasta gamma di opzioni che prima non avevano". L'attenzione umana è diventato il bene più prezioso, ha aggiunto, ed è il motivo per cui è "importante mettere in comune le nostre opinioni e vedere se possiamo fare qualcosa al di fuori delle nostre aree".
(continua - fine prima parte)