“I giornali hanno il dovere di essere molto critici nei confronti della realtà e devono fare un grande sforzo di rinnovamento. In questo senso l'evoluzione digitale rappresenta il futuro ed è un orizzonte interessante e necessario verso cui dobbiamo muoverci”. A Verona, davanti a una platea di insegnanti provenienti da tutta Italia, nell’ambito del progetto “Il Quotidiano in Classe” promosso e organizzato dall’Osservatorio Permanente Giovani-Editori, il giornalista del Corriere della Sera Aldo Cazzullo ha svolto la sua “Lezione in cerca d’autore”.
In particolare la prestigiosa firma del Corriere della Sera si è concentrato sui vari tipi di giornale: tabloid, giornali a lenzuolo, ominibus, giornali con formula innovativa, con foliazione leggera, con impaginazione ricercata ed elitari. Cazzullo non ha risparmiato critiche alla categoria e ha dato suggerimenti concreti agli insegnanti che seguono il progetto “Il Quotidiano in Classe”: “Una cosa che cerco di fare sempre, e che consiglio di fare sempre con i ragazzi, è leggere le rubriche. Partendo dal Buongiorno di Gramellini su La Stampa e passando a L'amaca di Michele Serra su Repubblica. Un'altra rubrica che seguo con attenzione è quella di Marcello Veneziani su Il Giornale”.
Secondo Cazzullo “Il Sole 24 ORE è invece il quotidiano che ha mantenuto il suo impianto più classico. Resta come il Corriere un giornale lenzuolo che propone alcuni articoli con un'evidenza molto forte. Rassicura il lettore con un impianto tradizionale ma sa valorizzare alcuni articoli dandogli una forte visibilità di primo piano, vedi il consueto punto di Stefano Folli”.
Infine una riflessione sulla scuola: “Mi rendo conto che non è facilissimo portare i quotidiani in classe. All'inizio dell'esperimento del progetto Il Quotidiano in Classe a lungo i quotidiani facevano fatica ad arrivare nelle classi. Poi iniziarono a scatenarsi le risse per accaparrarsi le copie. Non è facile perchè la capacità della concentrazione, specie nella sua durata, è molto diminuita”. Per il giornalista del Corriere “si va avanti per flash, il modo in cui i ragazzi si avvicinano alla lettura è molto sincopato. Il giornale presuppone un ritmo più lento perché i ragazzi sono abituati a dare attenzione ai tre minuti di un video su YouTube. Insomma, non è facile ma credo che ne valga davvero la pena e penso che questo sforzo debba continuare ad essere uno sforzo comune”.