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giovedì, 03 Ottobre 2013 Tornano in auge le classi “single sex”

Maschi e femmine percorrono strade separate ma non Italia dove le classi miste vanno ancora per la maggiore

Nei paesi anglosassoni la presenza di classi “single sex” è la norma tanto che nella classifica britannica dei migliori istituti secondari privati, quelli composti da classi omogenee occupano ben 21 posti, su un totale di 25 scuole (16 sono istituti femminili, mentre i restanti 5 sono maschili). Ma anche nella classica delle scuole pubbliche la presenza degli istituti monogenere è molto forte (15 scuole su 25). Anche negli Stati Uniti  la presenza delle scuole unisex è  da tempo consolidata tanto che alcune figure di rilievo come Hillary Clinton o Nancy Pelosi, solo per citare alcuni esempi del “fazione” femminile, hanno studiato in un college femminile.  

In Italia le classi femminili e le classi maschili sono state abolite negli anni ’60 per favorire le pari opportunità e l’interazione tra i due sessi; qualcuno sostiene che queste motivazioni siano ormai obsolete ma di fatto oggi  le scuole omogenee si contano sulle dita di una mano.  Nel resto del mondo le scuole “single sex”, sia statali che non, sono più di 210.000 con circa 40 milioni di studenti.  Ma perché fuori dai confini italiani è ancora forte la presenza delle scuole femminili/maschili? Secondo alcuni studiosi ragazze e ragazzi hanno stili e ritmi di apprendimento differenti pertanto quando un insegnamento non tiene conto di queste differenze si rischia di renderlo inefficace per alcuni (di qui anche l’idea stereotipata delle ragazze più brave nelle materie umanistiche e dei ragazzi  più bravi in quelle scientifiche). L’idea di base di queste teorie non è quella di approfondire contenuti diversi, al contrario, ma di farlo con un approccio differente.

Secondo altri studiosi non ci sono dei fondamenti scientifici in queste teorie, il successo degli studenti sarebbero dovuti ad una forte selezione degli studenti: l’argomento è ancora fortemente dibattuto!

Fonte corriere.it



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