Nel 2003 un decreto ministeriale regola “Criteri e le procedure di accreditamento dei corsi di studio a distanza” delle università telematiche che sono difatti abilitate, come qualsiasi Ateneo, a rilasciare titoli accademici (dalla laurea ai master ai dottorati di ricerca) di valore legale. L’insegnamento avviene a distanza grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie telematiche. Fino al 2010, secondo un analisi del Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario (Cnvsu), pubblicato per l’appunto nel 2010, il Miur aveva riconosciuto 11 università telematiche per un totale di 74 corsi di studio.
Durante l’anno accademico 2012-2013 gli studenti iscritti a queste università sono stati quasi 40 mila, un numero destinato sicuramente ad aumentare soprattutto quando nello studente prevale la scelta del “risparmio” (nessun costo per l’alloggio, il trasporto e il materiale didattico). Intorno alle università telematiche si sono generate alcune polemiche, qualcuno denuncia della anomalie nel sistema; non a caso negli ultimi tempi sono stati accessi nuovi riflettori su queste realtà all’indomani della decisione del Ministro dell’Istruzione di nominare una commissione che ne valuti la qualità dell’offerta formativa. Ma prima di conoscere il “destino” di queste università dovremo attendere ancora un po’..
Fonte lastampa.it