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martedì, 21 Gennaio 2014 Undici studenti e una sola missione: deviare una cometa

Protagonisti gli alunni del Liceo Scientifico Fermi di Padova scuola che partecipa anche a “Il Quotidiano in Classe”

Alcuni alunni del Liceo Scientifico Fermi di Padova, scuola che partecipa da diverse edizioni al progetto “Il Quotidiano in Classe”, hanno preso parte ad un torneo di robotica spaziale, il torneo Zero Robotics, insieme ad altre scuole europee, con l’obiettivo di “deviare una cometa” e hanno vinto! I ragazzi undici piccoli geni, hanno effettuato 100 ore di programmazione per preparare il codice con cui manovrare i satelliti, le «Spheres» ideate dal Mit di Boston e dalla Nasa. Lo scorso venerdì, presso la sede olandese dell’Agenzia spaziale europea (Esa), hanno avuto la possibilità di vedere i loro robot muoversi in assenza di gravità nella stazione spaziale orbitante e compiere la loro missione battendo tutti gli altri concorrenti europei.

Il codice ideato dai ragazzi è stato usato dai robot che l’Esa usa per testare i satelliti.  «Non abbiamo davvero deviato una cometa — spiega Stefano Fogarollo (18 anni), uno degli 11 ragazzi che componevano la squadra —. Ma abbiamo fatto le stesse simulazioni che compiono al Mit e alla Nasa per capire come riuscirci: era come se stessimo nello spazio, circondati da detriti”.

A onor del vero la squadra di cui fanno parte gli studenti del Fermi era una squadra mista, composta anche da studenti provenienti da Spagna e Francia.

I ragazzi hanno lavorato molte ora per sviluppare questo codice trascorrendo spesso pomeriggi a scuola e nottate al computer, collegati in contemporanea al simulatore della Nasa. Lo hanno chiamato «Margherita Hack», in onore dell’astrofisica italiana scomparsa l’anno scorso. Sono stati coadiuvati dal Professor Renato Macchietto docente di fisica e matematica: “Io li aiutavo per la matematica e fisica, ma sulla programmazione ne sanno più di me. I ragazzi hanno trovato la strategia vincente perché studiano il latino: servono conoscenze teoriche e fantasia”.

Emblematica l’affermazione di uno dei ragazzi al rientro dai quattro giorni trascorsi centro dell’Agenzia spaziale europea di Noordwijk, vicino Amsterdam: “Abbiamo visto che matematica e fisica non sono solo teoria — afferma Rodrigo Golan (17 anni) —. Si possono usare: sono cose serie».

Fonte corriere.it



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