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mercoledì, 07 Maggio 2014 La scuola digitale: tra rivoluzione e tradizione

Quando la tecnologia è solo un mezzo e il rapporto docente-studente è imprescindibile

Si parla da anni, e negli ultimi tempi con maggiore intensità, di rivoluzione tecnologia e digitale della scuola. L’introduzione della tecnologia all’interno della scuola è un argomento in realtà non molto recente, da sempre annunciata la di difficile realizzazione. La “rivoluzione educativa per via tecnologica” potrebbe essere stata in qualche modo bloccata dalla stessa tecnologia che si è dimostrata inadatta a sostituire il rapporto docente-studente. Il rapporto docente-studente implica soprattutto la capacità di motivare ogni studente, di capire con una semplice occhiata la presenza di eventuali problemi extra-scolastici o  la necessità di spiegare ancora una volta l’argomento, tutta una serie, quindi, di situazioni che si possono creare quando viene condiviso uno spazio fisico, uno spazio che permette l’apprendimento.

Non bisogna però pensare che la tecnologia resterà sempre fuori dalle classi, dal momento che questa sta sempre più conquistando spazi importanti all’interno della scuola (si pensi ad esempio alle lavagne multimediali). Bisogna tener presente che la tecnologia è un mezzo e non un fine, come sostiene Juan Carlo De Martin, professore di Automatica e Informatica al Politecnico di Torino e che questa deve integrarsi con il sistema scolastico: ci sono argomenti che, per ottenere migliori risultati, possono essere affrontati affiancando alla teoria “parlata” nuovi strumenti che sono basati anche sulle immagini. A onor del vero già da qualche anno si fa riferimento a grafici interattivi, simulazioni, video giochi ecc.

Un ruolo non di secondo piano è giocato dalla Rete, grazie alla quale è più facile trovare metodi diversi per presentare un stesso argomento, grazie a media differenti (testi, video, audio, grafici, fumetti). Così facendo può aumentare anche la  probabilità che lo studente riesca a trovare, da solo o insieme docente,  una versione più adatta al suo modo di imparare. Potrebbe essere questo un modo per permettere agli studenti più scoraggiati dai metodi tradizionali d’insegnamento di migliore anche l’apprendimento.

Fonte lastampa.it



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