Negli ultimi anni è crollato il numero dei laureati delle università italiane; si è passati dai 293.341 del 2011 ai 259.499 del 2012: 34 mila laureati in meno nell’arco di un solo anno. I dati sono stati rivelati dal Cineca, il Consorzio Interuniversitario che opera sotto il diretto controllo del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Il calo interessa soprattutto le donne (nel 2011 si sono laureate in 174.316 mentre nel 2012 si sono laureate in 153.187 mentre gli uomini passano da 119.025 a 106.312). le università interessate da questo calo sono soprattutto quelle di Cagliari (da 4210 del 2011 a 1607 nel 2012), seguita da Catania (da 6.715 a 4826), Pescara (da 5324 a 3.142). Anche a Roma Tor Vergata è stato registrato un certo calo (dai 5.252 laureati del 2011 si passa ai 4.147 del 2012) e a Roma Tre (da 5.252 a 4.147). Anche le cosiddette eccellenze, come il Politecnico di Torino, non restano indifferenti al calo: si passa da 11.087 laureati a 10.925.
I dati Eurostat del 2013 evidenziano in generale un certo livello d’emergenza in tutte le università italiane tanto da far conquistare all’Italia “la maglia nera” d’Europa per quanto concerne il numero di laureati. In Italia infatti solo il 22,4% degli studi portano a compimento il ciclo di studi: è questa una delle percentuali più basse di tutta l’Europa, visto che la media in Europa è del 37% (fa meglio anche la Romania con il 22,8%, la Croazia 25,9% e Malta con il 26%). I gradini più alti di questa “classifica” sono occupati da Irlanda (52,6%), Lussemburgo (52,5%) e Lituania (51,3%). Il direttore del Cineca, Marco Lanzarini, precisa che invece i dati relativi all’anno accademico 2012-2013 sono ancora parziali perché i dati non hanno ancora trasmesso tutti i dati relativi alle sessioni di laurea: solo dopo l’estate in possesso di tutte le informazioni potremo scoprire se nel corso dell’ultimo anno i laureati saranno tornati a livelli meno allarmanti.
Fonte lastampa.it