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mercoledì, 25 Giugno 2014 Università: quando la qualità conta

In cima alla classifica stilata da Il Sole 24ORE Verona e Trento, il Politecnico di Milano si aggiudica il terzo posto

Il Sole 24 ORE ha stilato una nuova classifica di qualità delle Università italiane, suddivise per Statali e non. Tra le università statale si può parlare di una vero e proprio testa a testa tra Trento, la migliore per la didattica, e Verona, che primeggia per  le performance sulla ricerca. Subito dopo Trento e Verona troviamo il Politecnico di Milano e a seguire l’Alma Mater di Bologna. Un buon punteggio anche per Padova, per la Politecnica della Marche e per la Ca’ Foscari di Venezia, grazie soprattutto alla Ricerca. Tra le milanesi la Bicocca ha la meglio sulla Statale. Tra le università non statali in cima alla classifica troviamo il San Raffaele, grazie soprattutto alle facoltà mediche, seguito da Luiss e Bocconi.

La classifica si basa su una serie di indicatori che permettono di delineare un quadro molto più articolato rispetto alle precedenti classifiche. Il risultato finale si basa sugli indicatori della didattica e su quelli della ricerca. Gli atenei primi in classifica ottengono punteggi molto alti sia per la didattica che per la ricerca: confrontando i parametri si riesce comunque ad approfondire le caratteristiche di ogni singola realtà universitaria, dai docenti alla puntualità degli iscritti rispetto al piano di studi. Gli indicatori hanno messo in evidenza le difficoltà che gli atenei vivono soprattutto al Sud dove  l’emigrazione studentesca verso le università del centro-nord non aiuta (proprio perché vengono meno gli studenti più motivati) e nemmeno la carenza di strutture. Unica eccezione, Salerno che si piazza al 22esimo posto della classifica (tutti gli altri li troviamo nella seconda parte della classifica)

Tra gli indicatori della didattica grande rilievo hanno avuto gli stage in azienda e le esperienze internazionali che si ripercuotono, positivamente, sulla "carriera" degli studenti, tutti elementi che permetteranno in prospettiva agli iscritti di aprirsi più facilmente al mercato del lavoro. Per quanto riguarda invece gli indicatori della ricerca le indagini dell'Agenzia nazionale di valutazione, pubblicate a luglio 2013 con la  «Vqr» (Valutazione della Qualità della Ricerca), hanno permesso di misurare i risultati di tutti i dipartimenti dell'Accademia italiana; le indagini però presentano un spaccato del lavoro di ricerca che si ferma a 2010 e che è limitato solo ai docenti strutturati (sono quindi esclusi i lavori più recenti e quelli dei ricercatori più giovani).

Fonte ilsole24ore.com



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