Quando ci si iscrive all’università sono tante le domande che ci si pone, al di là delle passioni che possono guidare la scelta, spesso vengono presi in considerazioni tanti altri fattori, soprattutto gli sbocchi lavorativi che una facoltà, piuttosto che un’altra, può dare. Oggi come oggi un pezzo di carta, come quello della laurea, può non essere sufficiente per cui le prospettive di carriera garantite da una determinata facoltà e da una determinata Università sono prese in alta considerazione. Un articolo pubblicato sul sito Corriere.it estrapola dall’ultimo rapporto di Almalaurea (il consorzio che raggruppa 64 università italiane che rappresentano l’80% degli studenti italiani) alcune informazioni chiave, relative a ingresso nel mondo del lavoro e alla retribuzione.
Dalle tabelle elaborate attingendo alla banca dati di Almalaurea, ci sono sorprese e conferme. Università come quella di Modena e Reggio Emilia, o quella di Ferrara, sfornano medici, ingegneri, giuristi e umanisti che si sistemano prima e meglio degli altri. Trento e Trieste, ma anche Bologna, Verona e Padova si confermano ottime università, oltre che per la didattica, anche per far carriera. Il Politecnico di Milano (ma danno buoni esiti anche quello di Torino e di Bari) vince nel settore scientifico-tecnologico. Male invece le università di Cagliari, Catanzaro, Reggio Calabria, Messina: chi si laurea qui, sconta spesso tempi più lunghi per entrare nel mercato del lavoro con retribuzione di 3-400 euro sotto la media. “Al Sud ci sono ottime università: Catania, Palermo, Bari - commenta Andrea Cammelli, fondatore di Almalaurea- ma minori opportunità di lavoro. Chi resta, ha più difficoltà a collocarsi in un mercato fermo; chi può si sposta al Nord. Anche dal Nord tanti giovani emigrano per trovare migliori opportunità, per loro il flusso però è verso l’estero”.
Lo studio non tiene conto delle Università non statali ma volendo prendere in esame anche quelle, la Bocconi è certamente l’università più competitiva d’Italia e quella che riesce a far guadagnare ai propri ex studenti le cifre più alte. Tra le lauree più remunerative troviamo quelle di economia e di ingegneria: dopo il conseguimento del titolo il neolaureato, in discipline economiche, riesce a guadagnare già 10mila euro in più rispetto ai suoi colleghi umanisti. A distanza di 15 anni il divario aumenta, con un gap di 26mila euro.
L’istituto di ricerca WealthInsight, insieme alla rivista Spear’s ha preso in esame diverse università di 200 diversi Paesi per trovare quelle più remunerative: in cima troviamo, quasi scontato da dire, Harvard, Stanford e le varie eccellenze anglosassoni; l’Italia si piazza 24esimo con la Bocconi e al 90esimo con La Sapienza di Roma. Secondo i ricercatori le facoltà più adatte a far carriere sono quelle di Ingegneria seguite da Economia e Giurisprudenza.
Fonte corriere.it