A poco meno di una settimana dall’inizio della scuola, per lo meno nelle regioni in cui la prima campanella suonerà l’8 settembre, incombe una delle novità dell’anno scolastico 2014/2015: da quest’anno infatti sarà obbligatario insegnare una materia in lingua straniera in tutte le classi dell’ultimo anno di licei e istituti tecnici. Si tratta del cosiddetto “Clil”, “Content and language integrated learning”, un metodo didattico previsto nel 2010 dalla riforma Gelmini ed iniziato due anni fa in via sperimentale nei licei linguistici. L’introduzione di questo nuovo metodo impone ovviamente una formazione anche linguistica, di livello avanzato, oltre che metodologica dei docenti. Le lezioni «Clil», infatti, sono completamente diverse da quelle tradizionali e prevedono l’uso delle nuove tecnologie, avori di gruppo e un apprendimento basato su «progetti» più che su spiegazioni frontali.
La formazione dei docenti appare al momento un po’ in ritardo. I primi corsi sono stati istituiti nel 2012 ma le prime lezioni sono cominciate solo nella primavera del 2014. Facendo un rapido conteggio, numero di scuole, numero di docenti e tempistica il risultato evidenzia un stato dell’arte molto in dietro sulla tabella di marcia. Di fatto la maggior parte dei docenti coinvolti non sarà in grado di insegnare la propria materia in inglese; quelle scuole che riusciranno a far partire il “Clil” senza ritardi sarà solo grazie alla preparazione dei docenti ottenuta però per proprio conto e non tramite i corsi ufficiali che in alcuni casi non sono mai partiti. In molte scuole molto probabilmente la partenza del “Clil” non potrà essere garantita ma fortunatamente non è prevista alcuna sanzione. Per avviare anche gradualmente il “Clil” in alcune scuole le lezioni potranno avvenire in videoconferenza con altre classi così che gli istituti non ancora pronti possano non perdere troppo il passo con quelli che hanno già avviato l’iter.
Fonte corriere.it