Dopo circa dieci anni di calo nel numero delle immatricolazioni gli ultimi dati rilevati dal Cni, il Centro studi del consiglio nazionale degli ingegneri, mettono in evidenza una situazione di crescita, il che vuol dire che dopo il crollo dei diplomati iscritti all’università (dal circa 74,5% nei primi anni duemila si è passati al 56,6% dell’attuale decennio), tra il 2012 e il 2014 il valore è assestato intorno al 56,4%. I dati del Cni mostrano una percentuale del 15% per gli immatricolati che hanno scelto l’ambito ingegneristico, a dimostrazione del fatto che Ingegneria si conferma come uno degli sbocchi più perseguiti dai diplomati (secondo il Cni parliamo del 41.761 iscritti totali). In aumento non solo gli iscritti ad Ingegneria dell’informazione (+5,3%) ma anche quelli di Scienze tecnologiche e informatiche che, precisa il Centro studi “pur non essendo tipicamente ingegneristica, offre un titolo valido per l’accesso all’albo del settore dell’informazione”. Il dato evidenza come la scelta dei neo-diplomati tenga conto non solo delle proprie attitudini o dei propri desideri ma anche gli sbocchi professionali. Secondo il presidente del Centro studi, Luigi Ronsivalle, “l‘arresto della diminuzione delle immatricolazioni fa pensare che forse si era raggiunto un minimo fisiologico e che la modesta inversione di tendenza probabilmente sia dovuta soprattutto a questo fatto piuttosto che a una effettiva ripresa economica. Quest’ultima, infatti sembra non essere ancora consolidata”.
Dopo Ingegneria i neo-diplomati hanno scelto soprattutto l’ambito economico-statistico, a seguire l’ambito scientifico, l’ambito giuridico e quello politico-sociale. Crescono, tra gli altri anche l’ambito psicologico (dal 3% al 3,1%), quello linguistico (dal 7,1% al 7,5%), quello dell’insegnamento (dal 6,8% al 7,1%), quello letterario (dal 6,4% al 6,5%) e quello medico (dall’8,7% al 9,2%).