imagi//osservatorionline.it/media/2021/09/Logo Tribuna.png

martedì, 29 Settembre 2015 Inaugurato dal Presidente Mattarella il nuovo anno scolastico

Il Capo dello Stato rompe la tradizione e lascia Roma alla volta di Ponticelli, in Campania

Per l’inaugurazione dell’anno scolastico 2015/2016 il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rompe il protocollo e lascia per la prima volta il Quirinale per recarsi in un paesino della provincia di Napoli, a Ponticelli, dove insieme al ministro, alle autorità locali e a duemila studenti di tante scuole, dalle primarie ai licei (presente anche l’Istituto penitenziario e la scuola navale) ha dato ufficialmente il via al nuovo anno.  

La scuola che ha ospitato l’inaugurazione è l’Ipsia “Sannino-Petriccione” di Ponticelli, un «presidio di legalità» in un quartiere di periferia spesso teatro di fatti di cronaca nera,  un istituto di frontiera intitolato a Davide Sannino, 19enne che il 20 luglio 1996 fu assassinato per aver guardato in faccia il rapinatore che stava rubando il motorino a un suo amico. Ai ragazzi presenti il Presidente ha rivolto parole di grade incoraggiamento: “ragazzi, andate a scuola! Andateci. Non ne fuggite. Non fatevi vincere dalla sfiducia. La scuola è vostra, così come vostro è il futuro”. E ancora “Impegnatevi. La scuola è straordinario strumento di crescita”. Il capo dello Stato ha rivolto il suo appello soprattutto ai ragazzi del Sud, nel suo intervento - “la scuola è l’opportunità più grande di sviluppo del Mezzogiorno. E se la crescita del Sud è condizione indispensabile per il rilancio del Paese, allora voi giovani studenti siete la speranza concreta di un nuovo sviluppo per l’Italia intera. La scuola è presidio di legalità. E’ il luogo dove apprendere che possiamo farcela. La scuola è dignità. La camorra e le mafie saranno sconfitte. E voi, giovani di Napoli, sarete alla testa di questa storica vittoria”.

Il Presidente ha voluto ricordare, non a caso, l’esempio di Malala, che “ha ricevuto il premio Nobel per la Pace per aver tenacemente affermato il proprio diritto alla scuola”. Queste parole pronunciate in una città e in una regione dove il tasso di dispersione scolastico è molto alto non possono certo essere casuali. La Scuola deve essere intesa come “anticorpo al conformismo e, dunque, alla sottomissione”, ha proseguito il Presidente della Repubblica, ricordando che “la conoscenza è libertà, libertà di esprimere i talenti diversi e le diverse aspirazioni; l’istruzione è la chiave della coscienza civile di un Paese. La capacità di crescere insieme agli altri rappresenta la porta che apre a una cittadinanza piena”.

Fonte corriere.it



pag. 1   2   3   4   5   6