Dopo tre anni dalla prima approvazione, diventa realtà il regolamento per l’autovalutazione delle performance delle scuole che entra a tutti gli effetti in vigore. Online gli esiti degli scrutini e degli esami di Stato, i risultati delle prove Invalsi, le informazioni sulla prosecuzione negli studi o nel mondo del lavoro degli studenti diplomati, le caratteristiche del dirigente scolastico (anni di esperienza, tempo di permanenza nella scuola), le caratteristiche del corpo insegnante (dall’età media dei docenti alla tipologia di contratto prevalente), le informazioni dettagliate sull’organizzazione del curricolo e della progettazione didattica. I Rapporti di autovalutazione (Rav) delle scuole, frutto di un anno di lavoro in cui ogni istituto ha confrontato i propri dati con quelli provinciali, regionali e nazionali e ha messo nero su bianco i propri punti di forza e debolezza, abbinandoli a precisi obiettivi di miglioramento sono ora online.
Lo step successivo sarà quello della valutazione esterna, che partirà, solo nel secondo quadrimestre, per il 10% delle scuole: il numero di non permette ancora il monitoraggio di tutti gli istituti. Intanto per ora i primi “auto-giudizi” delle scuole fanno pensare che gli istituti si siano attribuiti un giudizio intermedio, probabilmente per non gonfiare troppo le proprie performance ma neanche per svalorizzarle agli occhi esterni. Secondo una prima analisi, le scuole tendono a posizionarsi, omogeneamente sul territorio, intorno ad un livello 4 (sommando Esiti e Processi), il che evidenzia una situazione complessivamente positiva. In particolare, per l’area degli Esiti il punteggio medio che le scuole si sono attribuite in relazione ai risultati raggiunti dai ragazzi è 5,02, quello relativo alle prove Invalsi 4,14, quello relativo alle competenze chiave e di cittadinanza 4,69, per i risultati a distanza (esiti post-diploma) è 5,29. Un quadro complessivamente più che sufficiente.
Fonte corriere.it