Cominciano a prendere sempre più piede i Mooc (massive open online courses) per gli insegnanti che possano imparare nuove tecnologie didattiche. Per restare sempre aggiornati gli insegnanti stanno scoprendo appunto questi corsi universitari online, caratterizzati dal libero accesso (open) e da una platea sconfinata di utenti (massive).
Nato nel 2008 per gli studenti, il fenomeno si è diffuso fino a raggiungere il suo picco nel 2012, anno di nascita di alcune delle principali piattaforme (come Coursera e edX) e delle partnership con istituzioni del calibro del Mit di Boston, Harvard, Stanford e Duke University. Tra i milioni di utenti sono sempre maggiori i numeri dei docenti. Soprattutto da quando le nuove tecnologie si sono insediate tra i banchi di scuola. Tra i vari corsi online offerti i più apprezzati dagli insegnanti italiani sono quelli relativi al potenziamento delle competenze didattiche digitali. Ad esempio, uno dei nuovi Mooc del Politecnico di Milano sta per lanciare un corso dal titolo «To flip or not to flip», dedicato a quella metodologia della «Flipped Classroom»; il corso, in inglese, della durata di quattro settimane, è pensato per favorire gli scambi dei docenti italiani con colleghi internazionali che potranno comprendere attraverso esempi concreti e disquisizioni teoriche, i benefici del ribaltamento delle modalità di utilizzo dei tempi di studio tra casa e scuola. Lo scorso ottobre si è svolto il primo corso di cinque settimane voluto dal progetto europeo MENTEP, un corso interamente dedicato al potenziamento delle competenze didattiche digitali dei docenti europei, organizzato da Indire in collaborazione con EUN (European Schoolnet), la rete di 31 Ministeri dell’Istruzione europei.
In Italia i Mooc hanno attecchito in grossi centri accademici come Sapienza, Luiss, Federico II di Napoli, Bocconi e Bicocca e sono proposti anche con l’ambizione di «svecchiare la didattica» e contribuire così anche a ridurre il tasso di abbandono. Inoltre con questi corsi «di massa» online le lezioni sono pressoché gratuite o comunque costano poco e permettono anche ai partecipanti di organizzarsi autonomamente non essendoci problemi di orario. Alla fine del corso quello che si ottiene è un certificato, che riconosce comunque il fatto di aver seguito il corso.
Fonte corriere.it