imagi//osservatorionline.it/media/2021/09/Logo Tribuna.png

venerdì, 17 Giugno 2016 Maturità 2016: ecco alcuni consigli

Dodici consigli per aiutare soprattutto la memoria prima dell’esame di maturità

Mancano ormai pochi giorni all’inizio dell’esame di maturità e tutti gli studenti, o per lo meno la maggior parte di loro, si stanno affannando per quelli che sono considerati gli ultimi giorni del ripasso generale prima del via. Ad essere messa duramente alla prova è soprattutto la memoria. Il corriere.it riporta alcuni consigli (ripresi da un elenco ancor più dettagliato del Mirror) da adottare per evitare che la memoria possa cedere proprio durante l’esame.

1. A letto presto: dormire poco influisce negativamente sull’ippocampo (parte del cervello che ha il compito di archiviare i ricordi della giornata); perdere anche solo un’ora di sonno interrompe il processo di memorizzazione .

2. Una nuova prospettiva: perché ripetere quotidianamente gli stessi gesti addormenta le non perdere un colpo. Meglio mettere alla prova la capacità di adattamento modificando dei cambiamenti dati per certi (semplicemente alcuni dei gesti quotidiani che siamo soliti fare)

3. Fare attività fisica: invecchiando, il cervello si restringe e le cellule si riducono, con inevitabile ripercussione sulla memoria, che comincia a perdere colpi. Non però se si allena il fisico e di conseguenza anche la mente (e le cellule del cervello).

4. Occhi chiusi: chiudere gli occhi per un breve istante aiuta il cervello ad evitare le distrazioni, spingendolo così a ricordare con maggiore precisione (a dirlo uno studio condotto all’inizio dell’anno da un team dell’Università del Surrey).

5. Controllare la pressione sanguigna: ma forse questo non è un problema degli adolescenti. Con il passare degli anni la pressione alta restringe le arterie, riducendo l’afflusso di sangue al cervello e aumentano le dimenticanze. Controllare la pressione sanguigna, soprattutto dopo i 40 anni,  può prevenire questo genere di problema.

6. Attenzione alla dieta: ingrassare è deleterio per la memoria, come ha constatato uno studio dell’Università di Tolosa, che ha evidenziato uno stretto legame fra l’eccesso di peso e l’incapacità di richiamare alla mente fatti noti: colpa del grasso che, ostruendo le arterie del cervello, limiterebbe la circolazione del sangue e, di conseguenza, l’attività cerebrale.

7. Fare i conti a mente: calcolare mentalmente è un ottimo esercizio per il cervello, perché si stimola quella parte di cervello cosiddetta «lavorativa» fondamentale per la concentrazione e la pianificazione delle attività, (decresce del 10% ogni decennio dopo i 25 anni e va quindi tenuta in allenamento)

8. Una mela al giorno: uno studio pubblicato sul «Journal of Alzheimer’s Disease» ha sottolineato i benefici della mela (e in particolare del succo) sull’efficienza del cervello: basterebbero infatti due bicchieri di succo al giorno per ridurre la formazione delle placche senili che sono tipiche dei pazienti affetti da demenza (ma ci auguriamo che anche in questo caso non sia un problema per i giovani maturandi!)

9. Ascoltare musica classica: molte ricerche hanno evidenziato la positiva influenza della musica classica (ed in particolare di Mozart) sulle funzioni mnemoniche dei bambini e dei pazienti malati di Alzheimer, ma un’equipe di studiosi della Glasgow Caledonian University ha riscontrato gli stessi benefici effetti sulle funzioni cerebrali anche con gli assoli di chitarra rock.

10. Il pisolino pomeridiano: un pisolino pomeridiano di una ventina di minuti può aiutare a ristabilire il giusto equilibrio, ricaricando il cervello: a dirlo, sono i neuroscienziati dellaCity University di New York.

11. L’arte del collegamento: riuscire a ricordare facilmente una lista di parole o di oggetti basta collegarli fra di loro in sequenza, così che il primo richiami poi alla mente tutti gli altri (un po’ come i giochi di memoria della TV).

12. Ridere: aumenta il flusso sanguigno e quindi apporta una maggior quantità di ossigeno al cervello, favorendo così la capacità mnemonica. Non a caso, è stato dimostrato da uno studio della Johns Hopkins di Baltimora, che le informazioni spiegate in modo divertente dagli insegnanti vengono immagazzinate meglio e ricordate più facilmente dagli studenti.

Fonte corriere.it



pag. 1   2   3   4   5   6