Per la prima volta da quando il sistema mondiale dell’istruzione superiore viene “classificato” dalla Qs World University Ranking (istituita nel 2004 e una delle più citate classifiche sulle università internazionali), l’ateneo di Cambridge cade dal podio che quest’anno è made in Usa. Si piazza solo al quarto posto la più prestigiosa università inglese, mentre Mit, Stanford e Harvard conquistano i gradini più alti del podio. Il Massachussett Institute of Technology si riconferma la migliore Università al mondo per il quinto anno consecutivo, Stanford balza al secondo posto, Harvard al terzo. Lontane le università italiane. Delle 26 incluse tutte perdono terreno. La più alta in classifica è il Politecnico di Milano che, al 183esimo posto, si riconferma il numero uno in Italia per il secondo anno consecutivo guadagnando anche delle posizioni. Un risultato in contro-tendenza rispetto alla maggior parte delle altre. Risalgono qualche posizione infatti solo Politecnico di Torino (305esimo, guadagna nove posti) e l’Università di Modena e Reggio Emilia (690-700). Mentre Bologna cede quattro posizioni e scivola al 208esimo posto dal 204esimo. La Sapienza di Roma finisce 223esima. Padova scende 29 gradini (338esima). Milano perde 64 punti e finisce 370esima. Pisa crolla dal 367esimo posto nella fascia 441-450, in compagnia di Firenze, Roma Tor Vergata e Napoli Federico II. La Cattolica che era nella fascia 471-480 scende in quella 491-500.
Sono state 3800 le università analizzate per arrivare alla rosa delle 916 incluse nella classifica; sei i criteri adottati: quantità di risorse impiegate per l’insegnamento, qualità della ricerca prodotta, occupabilità dei laureati e internazionalità i parametri utilizzati. Per stilare la classifica si utilizzano diversi strumenti: innanzitutto, le risposte date da accademici, docenti e ricercatori (74.651 quelli coinvolti quest’anno), ai quali viene chiesto di indicare le università migliori nel proprio ambito di specializzazione, ad esclusione di quella dove insegnano o ricercano. Questo indicatore costituisce il 40% del punteggio totale. Per il 10% «pesa» un sondaggio rivolto a datori di lavoro/recruiter: in 37,781 hanno indicato quali sono le Università dalle quali preferiscono assumere talenti.
Gli analisti dell’osservatorio britannico sottolineano che molte università italiane sono stimate dagli accademici (Bologna al 78esimo posto, la Sapienza 90esima, Politecnico di Milano 159esimo) e dai recruiter internazionali (per i datori di lavoro, la migliore in Italia è la Bocconi di Milano, trentesima, il Politecnico di Milano al secondo posto, sessantatreesima e la Cattolica 132esima).
Ma quali sono le altre università che occupano piazzamenti di tutto rispetto?Tra le altre, ETH Zurich, il Politecnico di Zurigo, che è l’ateneo che ottiene la propria posizione migliore in tutte le edizioni del ranking, piazzandosi all’ottavo posto. L’Università di Edinburgo entra tra le prime venti. I paesi del sud e dell’ovest europeo e dell’America latina registrano una flessione diffusa, mentre crescono in classifica Russia, la Cina, la Corea del Sud e gli Stati Uniti. Investimenti importanti - pubblici o privati - e continuativi nella ricerca e nella formazione terziaria, sono l’elemento che accumuna i paesi in crescita. Oltre all’Italia scendono in classifica anche gli atenei di Francia, Portogallo, Germania. Ma è la Gran Bretagna a pagare il pegno più alto, frutto, secondo i commentatori, delle incertezze prodotte dal referendum di giugno sull’Unione Europea. “Timori per nuove regole sull’immigrazione, l’incertezza per i finanziamenti alla ricerca, la capacità di continuare ad attrarre e trattenere giovani talenti hanno creato una forte instabilità nel mondo accademico”, ha commentato Ben Sowter, responsabile del settore ricerca di Qs.
Fonte corriere.it