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venerdì, 20 Gennaio 2017 Esami di Maturità

Cosa cambia a partire dall’anno scolastico 2017-2018: addio al “quizzone” e al "sei pieno"

Ecco come cambierà a partire dall’anno scolastico 2017-2018 l’esame di maturità: per prima cosa per essere ammessi non sarà più necessario ottenere il 6 pieno in ogni singola materia. Nel nuovo schema di decreto legislativo pubblicato sul sito del Miur, che ridisegna l’esame di Stato, questa è la novità più significativa. Basterà dunque la media del sei per l’ammissione, media alla quale concorrerà anche il voto di condotta, così che se uno studente va abbastanza bene in una materia e un poco meno della sufficienza piena in un’altra, non rischierà di restare fuori dalle liste degli ammessi. Si tratta in un certo senso di un passo indietro perché solo pochi anni fa era stato introdotto l’obbligo del sei pieno e matematico in tutte le materie proprio per rendere l’ammissione più impegnativa. In realtà i numeri percentuali di ammissione alla maturità sono sempre rimasti molto alti. E non sarà probabilmente questa la novità più importante soprattutto perché è prassi nelle scuole continuare a dare un «aiutino», alzando molto spesso fino alla sufficienza il voto in una o anche due materie, per consentire l’ammissione all’esame.

Altre due novità importanti del decreto danno l’idea del “passo indietro”: la cancellazione del quizzone e l’eliminazione anche della tesina interdisciplinare. In questo modo il Miur non vuole, dicono al ministero, rendere più facile la prova, ma riportare l’esame di maturità ad un livello di valutazione globale e d’insieme dell’intero percorso di studi. Saranno infatti considerati significativi per il voto i crediti scolastici accumulati negli anni fino ad un massimo di 40 per studente. Ogni commissione disporrà di un massimo di 20 punti per la valutazione delle due prove scritte e di 20 punti per l’orale. 
Come prima, si viene dichiarati “maturi” con almeno 60 su 100. Mentre alla valutazione massima, 100 appunto, potrà essere aggiunta la lode “con deliberazione all’unanimità della commissione, in relazione alle valutazioni conseguite nel percorso scolastico del triennio e agli esiti delle prove d’esame”.

La nuova prova sarà operativa soltanto a partire dal 2018 prevede anche quello che secondo alcuni è considerato un vero e proprio “passo in avanti”: l’introduzione di una tesina, o come è scritto nello schema di decreto, “una breve relazione e/o un elaborato multimediale”, che consenta allo studente di esporre la propria “esperienza di alternanza scuola-lavoro svolta nel periodo di studi”. 
Torneranno dunque le due prove scritte, quella di italiano valida per tutti e quella specifica del proprio indirizzo, ed il colloquio finale, come in passato. Non ci sarà, nonostante se ne sia parlato e discusso a lungo, il cambiamento della commissione; non tutti membri interni con un presidente esterno ma, esattamente com’è adesso, “due commissioni d’esame, una ogni due classi, presiedute da un presidente esterno e composte da tre membri esterni e per ciascuna delle due classi da tre membri interni”.

Fonte corriere.it



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