La Maturità targata 2018-2019 sta per diventare ormai un capitolo del passato e tra qualche mese comincerà il conto alla rovescia per i nuovi aspiranti maturandi. Sicuramente questa maturità sarà ricordata, oltre per le tante novità, anche per l'elevato tasso di promozioni (anche se i dati non sono ancora definitivi), il che fa pensare che la "rivoluzione" apportata non ha avuto effetti così negativi. In particolare, le tanto temute buste a sorpresa che hanno caratterizzato la prova orale sono state molto meno traumatiche del previsto anche grazie agli insegnati che fortunatamente hanno un po' mitigato questo passaggio facendo ogni tanto qualche domanda (la nuova regola prevede che il candidato parli autonomamente collegando gli argomenti - spunto della busta - tra loro senza nessuna domanda da parte del docente).
Qual è stato il giudizio degli studenti? Tutto sommato positivo! In media l’esame è durato tra i 45 minuti e l’ora. "Molto più lungo degli esami precedenti", giura Miriam (Istituto tecnico turistico di Milano), ma si sa che quando le cose ci toccano direttamente la percezione cambia. Le critiche comunque non sono mancate. Veronica (liceo classico di Milano) conferma che avrebbe preferito il vecchio esame con la tesina: "A me è andata molto bene, perché nella busta ho trovato un brano di Conrad che mi ha permesso senza problemi, partendo dall’inglese, di spaziare con i collegamenti, ma a qualcuno è capitato un testo in greco da Antigone, e allora ti voglio vedere…". Anche Aurora, che è stata meno fortunata di Veronica nella scelta, ha qualche legittimo dubbio sul metodo. Per una studentessa di un liceo linguistico (Milano) trovarsi nella busta un’equazione di secondo grado: "s(t) = 4t 2 + 2t + 1“ non è una sorpresa piacevole. Specie se si considera che la sua commissione non lasciava (come invece quasi tutte hanno fatto) qualche minuto per raccogliere le idee sui collegamenti da fare, ma ha iniziato subito con le domande (sulla funzione, appunto) proprio come nell’esame vecchio stile.
L'articolo del corriere.it riporta tutta una serie di opionion da parte di diversi studenti: lo scettico Edoardo (liceo artistico di Modena) avanza una proposta in relazione alle tre buste: "L’idea in sé va bene, ma così è troppo legata alla fortuna. Meglio se le buste fossero state aperte. Non è una boutade. L’idea, tutt’altro che peregrina, è quella di dare al candidato una possibilità di scelta tra tre proposte. D’altra parte è un esame e non un quiz televisivo a premi che deve garantire la suspense per il pubblico."
Camilla (liceo linguistico di Milano), che la notte prima degli esami ha ripassato educazione civica, ha trovato La Regenta di Clain e poi ha virato su Flaubert (in francese), naturalismo, verismo fino alle suffragette e ai diritti delle donne. Miriam è partita dal Muro di Berlino ed è arrivata ai tour operator. Aurora (la stessa studentessa che si è ritrovata davanti ad una equazione) è passata alla filosofia, parlando di Erik Stein e del suo "tempo vita e tempo assenza" aprofittando dello scadere del tempo per risolvere la funzione. Stefano ha trovato "La città che sale" di Boccioni, e non è stato difficile passare al futurismo e poi al fascismo. Nello spazio d’esame destinato a Cittadinanza e Costituzione gli è stato chiesto di parlare dell’articolo 3, ovvero quello sulla uguaglianza senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, che ci farebbe bene, a tutti, ripassare sempre.
Le buste erano coerenti col programma "Non abbiamo trovato sorprese tutti i contenuti delle buste erano coerenti con il programma svolto, anche se alcuni spunti favorivano collegamenti più immediati, altri meno". Questo è il giudizio, per lo più unanime, degli studenti intervistati che hanno superato questo scoglio!
Fonte corriere.it