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Coesione sociale

Le “buone pratiche” del Servizio Pubblico Rai per rafforzare senso di comunità e inclusione

di Annarita Di Battista Personal coaching, Corporate coaching, Small Business coaching

 

La Coesione Sociale è un concetto fondante di tutte le società moderne, fu utilizzato per la prima volta in ambito sociologico dal filosofo francese Emile Durkheim, che lo impiegò nei primi anni del ‘900 per indicare le caratteristiche che mettono ordine nella società e per evidenziare la interdipendenza tra i suoi membri sulla base della lealtà e della solidarietà. È, perciò, un concetto molto vicino a quello di Capitale Sociale, cioè una risorsa, di solidarietà e reciprocità, che è presente dove prevale, in tutta o in parte della società, la fiducia[1] e facilita il perseguimento di obiettivi di sviluppo personale e sociale. Ogni comunità quindi si basa sulla percezione di valori comuni, sentimenti di appartenenza e fiducia verso i membri che ne fanno parte: tanto più una società è unita, coesa, tanto più riuscirà a prendere le distanze dalle disuguaglianze e dalle disparità di trattamento pur sapendo al contempo valorizzare positivamente le differenze di ciascuno. Coesione sociale non significa omologazione o uniformità, al contrario. È un tema sempre più centrale per le democrazie contemporanee, soprattutto in questo periodo successivo alla pandemia in cui disuguaglianze e disagi si sono ampliati.

La Fondazione Easy Care ha fondato l’Osservatorio Internazionale per la Coesione e l’Inclusione Sociale (OCIS) che ha l’intento di fornire strumenti di conoscenza circa la genesi, lo sviluppo e il consolidamento della coesione sociale nelle comunità politiche contemporanee e si propone come laboratorio di idee e proposte per il rafforzamento della coesione sociale e dell'inclusione sociale. Avvalendosi della collaborazione di economisti, scienziati politici e sociologi, che ne compongono il Comitato Scientifico, l'Osservatorio mira a rafforzare, tramite la realizzazione di iniziative pubbliche e la pubblicazione di documenti scientifici e divulgativi, la consapevolezza che la coesione sociale costituisce un elemento imprescindibile per il pieno sviluppo della persona umana nelle società contemporanee. 

Uno dei suoi approfondimenti è il SOCIAL COHESION PAPERS (Quaderni della coesione sociale) basato principalmente su report degli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile alternative al Prodotto interno lordo individuati dall’Istat. Lo studio ha messo in evidenza una netta differenziazione tra nord e sud. Infatti, la coesione sociale è tendenzialmente più alta in alcune regioni del nord. Tali indicatori sono utili per riflettere sull’ampiezza della definizione di coesione sociale e sulle possibili strategie da adottare per incrementarla. In sintesi, essi riguardano:

⁃       Politica: l’interesse a problemi sociali o politici, la fiducia nei confronti del Parlamento, dei governi locali e dei partiti politici e la partecipazione elettorale;

⁃       Società: la partecipazione sociale, il volontariato e le relazioni familiari e amicali;

⁃       Economia: il reddito, diseguaglianze e difficoltà, l’inattività nello studio e nel lavoro;

⁃       Parità di genere: quote di donne elette e tasso occupazione con e senza figli;

⁃       Cultura: la partecipazione culturale, le competenze digitali e il livello di educazione scolastica;

⁃       Inclusione sociale e non discriminazione: studenti stranieri, emigrati e tasso di violenza, omicidi e furti, 

⁃       Ambiente: inquinamento atmosferico delle centrali elettriche, presenza del verde pubblico, consumi di energia da fonti rinnovabili.

 

Il concetto di Coesione Sociale, insieme a quello di Sviluppo Sostenibile, ha assunto nell’Unione Europea la valenza di ideale a cui tendere e attraverso cui orientare e valutare le scelte relative alle politiche sociali anche e soprattutto per il Servizio Pubblico radiotelevisivo e multimediale, la cui missione è promuovere la coesione delle comunità e del Paese, parlando alle diverse componenti della società e stimolando la partecipazione attiva e consapevole alla vita delle istituzioni nazionali, europee ed internazionali. 

 

 

Per tale ragione in Italia, nel Contratto di Servizio[2] che lo Stato ha stipulato con la Rai in quanto concessionaria esclusiva del Servizio Pubblico Radiotelevisivo compare anche il concetto di Coesione Sociale (articolo 2, comma 3) come obiettivo principale da perseguire per promuovere la crescita della qualità della propria offerta complessiva. 

In particolare, nel testo, alla lettera a) si precisa che Rai deve raggiungere i diversi pubblici attraverso una varietà della programmazione complessiva, con particolare attenzione alle offerte che favoriscano la coesione sociale. 

 

Sempre nel Contratto di Servizio emerge che la Rai è obbligata a dotarsi di un sistema di analisi e monitoraggio della programmazione che sia in grado di misurare l’efficacia dell’offerta complessiva in relazione agli obiettivi di coesione sociale anche attraverso l’elaborazione di specifici dati di ascolto.

Quindi per la Rai la Coesione Sociale è un obiettivo a cui tendere con risultati misurabili e monitorabili.

 

Certo, pensando ai programmi televisivi e radiofonici in onda risulta difficile declinare tale “quasi concetto”: per questo l’Ufficio Studi Rai ha pubblicato nel 2021 un volume[3] per esaminare obiettivi, norme e pratiche del nostro Servizio Pubblico radiotelevisivo e dei principali media europei. Nel monitoraggio del 2021 che la Rai si impegna a redigere anche rispetto alla creazione di coesione sociale, risulta che il 96%  (versus il 93% del 2020) delle trasmissioni sono state in linea con tale tema (Telegiornali 99,0%, Rubriche dei telegiornali 95,9%, Approfondimento informativo 98,8%,  Cultura 96,0%, Intrattenimento 92,0%, Rubriche sportive 86,7%, Fiction di produzione Rai 98,2%, Spot e campagne socioistituzionali 100%), smantellando l’idea di una televisione di servizio pubblico dedicata al solo intrattenimento e priva di contenuti formativi. Per valutare quantitativamente la capacità di contribuire alla coesione sociale sono stati utilizzati i seguenti indicatori:

  1. capacità di rappresentare in modo equilibrato e non lesivo le diverse articolazioni e identità presenti nella società,
  2. capacità di promuovere lo sviluppo umano, i diritti e le diversità in modo inclusivo,
  3. capacità di promuovere la strutturazione, il rafforzamento e la crescita della comunità, anche nelle sue proiezioni esterne,
  4. capacità di contrasto alle discriminazioni e promozione di una cultura della legalità.

Complessivamente hanno contribuito ad un buon indice sintetico pari all’8,61.

Infatti, oltre il 50% delle trasmissioni contiene qualche forma di contrasto attivo a discriminazioni o stereotipi basate sull'appartenenza di gruppo, e si fanno dunque soggetti attivi nella coesione sociale.

Inoltre, il 61% delle trasmissioni monitorate sono in linea con la promozione della cultura della legalità, particolarmente i generi informativi e la fiction, ed il 97% non contengono violazioni della dignità della persona e sono indenni dalla possibilità di urtare la sensibilità dei minori. Inoltre il 78,9% è in grado di innescare processi di empowerment, cioè una “Insieme di azioni e interventi mirati a rafforzare il potere di scelta degli individui e ad aumentarne poteri e responsabilità, migliorandone le competenze e le conoscenze”[4], particolarmente nel comparto informativo e delle trasmissioni culturali, generando una migliore capacità di comprensione degli eventi di attualità nel paese e nel mondo (39,3%), l’accrescimento della cultura (37,2%), una migliore capacità di comprensione dell’importanza dello sviluppo sostenibile (9,7%).

Per di più, la maggioranza delle trasmissioni (80,2%) si è mostrata capace di promuovere la partecipazione del cittadino in ambiti che rafforzano la coesione sociale, tra cui l’accrescimento del senso civico, una migliore capacità di comprensione dei problemi e delle dinamiche che interessano il proprio territorio e delle altre culture, con particolare rilevanza per il comparto informativo.

La correttezza nella narrazione rispettosa delle identità, delle diversità e delle libertà di persone e gruppi sociali è assicurata dal 98,3% delle trasmissioni, ambito in cui spicca la maggiore capacità espressiva propria della fiction, attivando le potenzialità del senso di appartenenza ad una stessa comunità e della responsabilità comune.

 

La Coesione Sociale oggi risulta ancora più importante con l’emergere di un nuovo ecosistema digitale multimediale, caratterizzato dalla crescita esponenziale prima della tv on demand, e ora anche dell’audio on demand. Ciò, se da un lato permette una maggiore possibilità di scelta, dall’altro destruttura palinsesti, linee editoriali, e isola la fruizione con l’effetto, come detto, di accrescere l’isolamento dei singoli. Si pone pertanto il tema di dotarsi di nuovi strumenti per adempiere alla missione educativa e informativa che, nel corso degli anni, è rimasta alla base della condivisa necessità dell’esistenza di un Servizio Pubblico anche in ambito radiotelevisivo. La Rai, nell’espletamento del suo Servizio Pubblico, è impegnata anche nel promuovere la coesione sociale e contribuire a crearla attraverso la diffusione di contenuti e prodotti di comunicazione volti a formare una cultura della legalità, del rispetto della diversità di genere e di orientamento sessuale, nonché di promozione e valorizzazione della famiglia, delle pari opportunità, del rispetto della persona, della convivenza civile, del contrasto ad ogni forma di violenza.

 

Seguono alcuni ambiti in cui la Rai ha contribuito a rafforzare la Coesione Sociale attraverso la propria programmazione in onda.

 

  1. Accessibilità e inclusione

Eccellenza, qualità, innovazione sono gli ingredienti che hanno portato la Rai degli ultimi anni a sviluppare nuovi strumenti tecnologici di uso pubblico per favorire l’inclusione di persone con disabilità.

Dalla creazione di Lucio - l’avatar, sviluppato dal CRITS (Centro Ricerche Innovazione Tecnologica e Sperimentazione) per guidare con il linguaggio dei segni la visita dei musei per le persone sorde, alla Tv Rallentata, per migliorare la fruizione televisiva delle persone anziane o con disabilità sensoriali/cognitive, dal progetto Beethoven, che consente di ascoltare musica classica alle persone ipoudenti, fino al Festival di Sanremo tradotto nel linguaggio dei segni. Grandi innovazioni del Servizio Pubblico per non lasciare indietro nessuno. 

 

Oltre 17 mila ore di programmi sottotitolati, con oltre 1400 ore di programmi sottotitolati su RaiPlay e sempre più trasmissioni in diretta e destinate ai bambini sottotitolate e tradotte nella Lingua dei Segni. Ma non solo: l’impegno Rai nella battaglia per l’accessibilità del Servizio Pubblico ai cittadini con disabilità ipo-sensoriali conta anche 4.070 ore di film, fiction e programmi audio-descritti, la creazione di un Tg-LIS e l’aumento dei telegiornali tradotti in Lingua dei Segni e con sottotitoli.  

Durante l’emergenza Covid-19, la Rai ha svolto un ruolo da protagonista, rendendo disponibili in LIS gli interventi del presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio, nonché le messe del Papa. Se il Contratto di Servizio vigente chiede di sottotitolare almeno l’85% della programmazione delle reti generaliste tra le ore 6 e le ore 24, la Rai è arrivata nel 2020 a superare il 90%. Notevole l’incremento di ore nel decennio: si è passati dalle 11.300 del 2010 alle 17.800 del 2020. 

 

LA MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA ACCESSIBILE

Rai ha reso accessibile a tutti anche la 79esima edizione della Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia: grazie all’impegno di Rai Pubblica Utilità, anche quest’anno su Rai Movie sono stati trasmessi sottotitoli e audiodescrizioni per le cerimonie di apertura e di chiusura. Contemporaneamente, in streaming su RaiPlay, è andata in onda una produzione parallela, sempre a cura di Rai Pubblica Utilità, che ha seguito in diretta le cerimonie con gli interpreti della Lingua Italiana dei Segni (LIS) e con i sottotitoli. L’impegno durante la Mostra è proseguito sulla pagina Facebook di Rai Accessibilità e sul sito dell’accessibilità Rai Easyweb con contenuti video corredati di LIS, audiodescrizioni e sottotitoli. 

 

EUROVISION SONG CONTEST 2022: LA MUSICA ACCESSIBILE A TUTTI

In diretta su Rai 1 con i sottotitoli in Lis e performer "live" e un gran finale per tutti

 

Un Eurovision Song Contest 2022 accessibile a tutti, grazie a Rai Pubblica Utilità e ai suoi servizi per i disabili sensoriali: in particolare, sono stati resi disponibili  l’audiodescrizione e i sottotitoli alla pagina 777 delle due semifinali del 10 e del 12 maggio in diretta su Rai 1, mentre – in occasione della finale, sabato 14 maggio - a questi servizi si è affiancata la diretta su RaiPlay con i performer che hanno tradotto e interpretato integralmente l’evento nella lingua dei segni italiana (LIS). 

Lo scopo è stato quello di offrire l’opportunità di fruire dello spettacolo in contemporanea sia alle persone sorde segnanti, sia alle persone con impianto cocleare e apparecchio acustico, condividendo insieme in un unico evento l’emozione che solo la musica sa offrire. 

E non solo. Per la finale del 14 maggio, il Centro di Produzione di Torino ha ospitato nella sede Rai di Via Verdi 14, le Associazioni APIC (Associazione Portatori Impianto Cocleare) ed ENS (Ente Nazionali Sordi), con un’unica offerta di intrattenimento per rispondere a esigenze specifiche e differenti del pubblico, per regalare a tutti una serata all’insegna dell’inclusione.

Un gran finale dell’Eurovision Song Contest davvero per tutti:, Rai Pubblica Utilità, Rai per il Sociale e Rai Centro Ricerche con l’Associazione Portatori Impianto Cocleare e l’Ente Nazionali Sordi hanno offertoin occasione della serata finale dell’Eurovision Song Contest 2022, l’opportunità di fruire dello spettacolo, in contemporanea, sia alle persone sorde segnanti sia alle persone con impianto cocleare e apparecchio acustico.

Per la comunità dei sordi, a Torino e in tutta Italia, è stata disponibile la diretta RaiPlay della finale dell’Eurovision Song Contest, le cui canzoni non solo sono state tradotte nella lingua dei segni italiana e sottotitolate dallo Studio Tv5 di Via Teulada a Roma, ma anche interpretate da “performer” LIS, capaci di trasporre nei gesti la musica e le sue emozioni, sia per gli spettatori a casa, che - per la prima volta - per un pubblico di sordi presenti anche nello studio romano. Da sottolineare, in particolare, il grande lavoro compiuto da Rai Accessibilità, che ha dovuto lavorare su testi scritti in molte lingue diverse.

L’offerta accessibile Rai, a Torino, si è completata infine con il sistema di ascolto in sala dedicato alle persone sorde con impianto cocleare e apparecchio acustico, progettato da MED-EL, azienda specializzata nel settore dell’udito, in collaborazione con il Dipartimento di Otorinolaringoiatria Universitaria della Città della Salute e della Scienza di Torino e l'Associazione APIC: una soluzione tecnologica basata su rete wi-fi che consente agli spettatori di fruire dell'audio del concerto connettendo direttamente il proprio smartphone all'impianto cocleare.

 

SANREMO LIVE LIS

Il Festival dell’inclusione, dell’accessibilità, della coesione sociale, della difesa della parità di genere e dei diritti civili.
La 70esima, la 71esima e la 72esima edizione del Festival di Sanremo sono state le più inclusive di sempre: a cura di Rai Pubblica Utilità, sono state rese totalmente accessibili ai disabili sensoriali. 

 

Tutte e cinque le serate in onda su Rai 1 sono state interamente sottotitolate in diretta e audiodescritte per restituire al meglio, alle persone sorde e alle persone cieche non vedenti, voci, ritmi, immagini, colori, atmosfere presenti sul palco dell’Ariston. 
Per la prima volta in assoluto, le cinque serate del Festival sono state integralmente segnate in diretta in LIS (Lingua dei Segni Italiana), in onda su un canale dedicato di RaiPlay. Dallo Studio 5 di via Teulada, infatti, in contemporanea con il Teatro Ariston di Sanremo, all’interno della produzione Sanremo Live Lis, 12 performer hanno interpretato in LIS tutti i brani musicali, sia quelli in gara che quelli della serata cover e quelli presentati dagli artisti ospiti. 

L’impegno Rai verso l’inclusione non si arresta, dunque. Anche in periodo di Covid, con tutte le difficoltà che l’emergenza sanitaria ha comportato, gli operatori dell’accessibilità hanno continuato a far vivere a tutti gli utenti, nessuno escluso, la coinvolgente esperienza del Festival.

 

Il festival della Coesione Sociale 

I dati Auditel elaborati dallo Studio Frasi indicano che la 72esima edizione del Festival di Sanremo chiude con record di ascolti in media delle cinque serate superiori agli 11 milioni di spettatori e una quota d'ascolto media del 58% con la serata finale sopra il 66 per cento. Sanremo 2022 è stata anche l’edizione del Festival che ha conquistato la Generazione Z, con una quota d'ascolto media del 70%, con chi ha età tra i 20 ed i 24 anni al 72,7% e i 15-19enni al 71,6 per cento.

 

L’esempio di Sanremo ci ricorda che Rai non mira esclusivamente all’aumento dell’audience in assoluto ma si impegna a raggiungere i diversi pubblici attraverso una varietà della programmazione complessiva: considerando dunque l’insieme della sua offerta radiofonica, televisiva e online, estesa nel tempo, e non questo o quel programma. La precisazione è importante per non perdere di vista il fatto che saper parlare a tutti significa anche dedicarsi a parlare in particolare a specifici gruppi di persone, a specifici pubblici, specifiche categorie e fasce sociali. È dalla somma e dall’incastro di numerosi e differenti programmi mirati e dedicati che si tende all’obiettivo della coesione sociale.

 

 

2. Nuovi programmi: la Rai per il sociale

Rai per il Sociale è la struttura della Rai interamente dedicata ai temi sociali.

Tra gli obiettivi della nuova direzione c’è il coordinamento di tutte le iniziative sociali sia all’interno che all’esterno della programmazione televisiva e radiofonica, e lo sviluppo di iniziative sulle tematiche di responsabilità e coesione sociale.

 

La Rai incontra - 2022 

Una serie di appuntamenti dedicati a temi sociali di attualità a cura di Rai per la Sostenibilità ESG. La missione è quella di offrire una chiave di lettura nuova, dando voce ai protagonisti e avvalendosi del contributo di un pool di esperti. L'obiettivo è far acquisire consapevolezza e fornire consigli utili.

Nell’ultima puntata, ad esempio, il focus è stato dedicato alle dipendenze: tossicodipendenze, disturbi alimentari, ludopatia e gioco d’azzardo. In altre puntate si sono affrontati i temi del lavoro, della condizione femminile, dell’adolescenza e della terza età.

 

Pillole contro la disinformazione - 2022 Italia 

Trenta brevi filmati, prodotti da Rai per il Sociale per IDMO (Italian Digital Media Observatory), per promuovere lo sviluppo del pensiero critico e l'alfabetizzazione digitale dei cittadini su: guerra, clima, vaccini, migranti, elezioni politiche, mercati finanziari. La disinformazione investe tutti gli ambiti dell'attualità e inquina l'ecosistema mediatico con fake news, bufale, teorie del complotto. Per combatterla occorrono: consapevolezza del fenomeno, conoscenza dei suoi meccanismi, utilizzo di specifici strumenti di contrasto. 

 

Raccontare la diversità - O anche no – Stagioni 2020 – 2021 – 2022

Un programma dedicato alla disabilità per entrare in questo mondo in un modo "diverso", attraverso i protagonisti che si raccontano nelle loro attese, difficoltà e conquiste, partendo da  film presentati alla Mostra del Cinema, che offrono così al programma una nuova prospettiva sul racconto della disabilità e più in generale della diversità. Una veduta che tocca trasversalmente anche altre tematiche, come ad esempio la musica. Un'iniziativa della Rai per la coesione sociale, che nel 2019 ha ricevuto il premio Nazionale Inclusione 3.0, per "l'elevato valore sociale e inclusivo del docu-reality".

 

CONVERSERAI: il programma di Rai per il Sociale sui diritti digitali

Quali sono i nostri diritti digitali? E come fare in modo che la società del futuro sia immaginata e costruita integrando lo sguardo maschile e quello femminile?

 Ruotano intorno a queste domande le puntate di “ConverseRai”, il programma di approfondimento di Rai per il Sociale che su RaiPlay propone interviste a donne e uomini competenti nei settori decisivi per il nostro sviluppo: dalla cyber-sicurezza alla space economy, dall'economia sostenibile alle fake news, dagli open data alla robotica e all’ambiente. 

Gli ospiti raccontano con passione la loro passione, quella per la quale lavorano da anni e che porta dentro di sé i valori nei quali credono. 

Ogni puntata di ConverseRai è un modo per alimentare la conversazione e la curiosità, una delle molle principali per acquisire conoscenza, per scoprire e costruire un’innovazione inclusiva, democratica e sostenibile. Il motore della trasformazione digitale sono i ragazzi- sostiene Francesca Bria, presidente del Fondo Nazionale Innovazione e Ambasciatrice dell’Onu per le città digitali e i diritti digitali - e per accelerare l’innovazione del Paese è fondamentale investire sui loro progetti, creando delle tecnologie che siano più adatte.

 

3. Il valore dell’inclusione: le persone al centro 

Il Servizio Pubblico dà risalto a decine e decine di voci di persone impegnate ogni giorno a promuovere la solidarietà, a migliorare la qualità di vita dei singoli e delle comunità, a costruire la coesione sociale che spetta anche alla Rai sostenere. 

Questa convergenza di finalità si esprime non solo negli spazi che reti televisive e radiofoniche e testate giornalistiche, a partire dagli spunti della cronaca, autonomamente dedicano al sociale, ai suoi problemi, alle buone pratiche di cui l’associazionismo è portatore; non solo attraverso campagne di raccolta fondi e campagne di sensibilizzazione; ma anche e sempre più nell’insieme della programmazione radiotelevisiva e online. Infatti, continua a crescere il numero di programmi che mettono le persone al centro e arricchiscono i palinsesti declinando il racconto della diversità attraverso storie, problemi e momenti di vita quotidiani.

La nuova Rai, nella sua offerta complessiva e in particolare in prima serata TV, guarda al tema dell'inclusione cercando di ribaltare le prospettive, con l'obiettivo di mettere in luce il valore che ogni forma di diversità è in grado di esprimere nella società. Una visione coerente con la missione del Servizio Pubblico, che risponde anche all’urgenza di parlare al presente del mondo disabile.

 

Serie per ragazzi e sensibilizzazione sui problemi sociali

Mettere le persone al centro significa guardare alle necessità sociali dei più giovani, attraverso produzioni in grado di raccontare, con un linguaggio adatto, i problemi sociali che affliggono le nuove generazioni. Il bullismo, le molestie, l’isolamento sociale sono i temi su cui il Servizio Pubblico pone l’accento per sensibilizzare i ragazzi attraverso produzioni di qualità.

Anche la grande fiction Rai, in passato pensata per tutta la famiglia, concentra il proprio sforzo produttivo ed editoriale per raccontare storie orientate al sociale dedicate al target dei giovani.

Di seguito solo alcuni titoli televisivi a scopo esemplificativo:

 

LA ROSA BLU – marzo 2021

In occasione della Giornata Internazionale della Sindrome di Down, Rai Premium e Rai Play hanno trasmesso lo short film La Rosa Blu, una coproduzione Rai per il Sociale che vuole sollecitare i bambini a riflettere sul significato di inclusione.  Il film è stato presentato nella sala stampa del Sacro Convento di Assisi e trasmesso in diretta streaming sul sito sanfrancesco.org e sul canale YouTube San Francesco Assisi. Attraverso questo film i ragazzi, i veri protagonisti, scoprono che la diversità è soltanto un modo di essere speciali, un modo di essere unici, come tutti gli esseri umani dovrebbero essere. 

La regia e la sceneggiatura sono firmate da Geppi di Stasio e Davide Cincis. Le voci sono dell'attore Francesco Paolantoni (il Piccolo Principe) e della giornalista Emma D'Aquino (la volpe). Musiche di Jovanotti e Ezio Bosso. 

 

PABLO 

La diversità diventa un valore aggiunto, una chiave speciale per superare ogni difficoltà. Pablo è un bambino intelligente, affetto da autismo, con una grande passione per il disegno. Con coraggio riesce ad affrontare le sfide quotidiane che, con l’aiuto di personaggi inventati, diventano una fantastica avventura da vivere insieme. La serie, nominata ai BAFTA (i prestigiosi premi della British Academy of Film and Television Arts), è stata messa in onda su Rai Yoyo e precedentemente resa disponibile in anteprima esclusiva su RaiPlay, in box set: come per la serie animata Lampadino e Caramella, che utilizza la lingua dei segni, il box set offre subito una grande visibilità e consente un'ampia utilizzazione da parte dei bambini e delle famiglie.

 

LA STANZA - THE ROOM – febbraio 2021

La stanza - The room coprodotto da Rai Cinema è un nuovo progetto transmediale (corto lineare + Virtual Reality 360° 3D) sul cyberbullismo.

 

È il giorno di Natale. Andrea sta chattando, solo la luce bianca dello schermo del computer illumina la stanza buia. Ad un tratto i suoi genitori entrano sconvolti nella camera insieme ad un poliziotto: una foto nuda di Andrea è stata pubblicata su internet. Andrea cambia casa, scuola, amici per scappare all’inferno che quella foto gli ha procurato, ma inutilmente: l’artefice di tutto riesce a trovarla nuovamente. Andrea non regge più la pressione di questa situazione, accende la webcam e registra un video per raccontare la sua tragica storia, l’ultimo prima di suicidarsi. Ma la vita regala, però, un’altra opportunità…

 

La colonna sonora è il brano "Castelli di carte" di Anastasio, nel cast ci sono Michele Placido e Nicoletta Romanov e al progetto ha collaborato la Polizia di Stato.

In occasione della Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, il 7 febbraio il corto è stato messo in onda in versione lineare su Rai3 e su RaiPlay – con l'opzione dell'audiodescrizione e sottotitoli e versione LIS realizzata da Rai Pubblica Utilità. In contemporanea è avvenuto il lancio della versione VR su Rai Cinema Channel VR; inoltre il corto VR è stato reso disponibile anche sull’app LittlStar per gli utenti Playstation VR.

 

POV – I PRIMI ANNI – febbraio 2021, settembre 2022

La vita quotidiana di un gruppo di studenti all’inizio del liceo: è questa la base del racconto di POV. I primi anni, la nuova serie di Rai Gulp. 

Il passaggio alle superiori, le nuove amicizie, le dinamiche scolastiche e le solitudini, i temi dell’adolescenza, sono narrati in modo a volte crudo ma sincero. 

Il punto di forza di POV è l’autenticità, ottenuta grazie ad un cast costituito da giovani attori non professionisti e da studenti liceali i quali, anche sulla base delle loro esperienze di vita, improvvisano la loro recitazione sulle linee narrative fornite dagli autori Francesco Bigi, Nicola Conversa ed Erica Gallesi.

 

#RAGAZZICONTRO - novembre 2019

#RagazziContro è il programma di attualità e approfondimento con Daniele Piervincenzi che ha indagato la generazione dei social, i temi dell’esclusione, la diversità, il bullismo e il cyberbullismo con una modalità inedita di racconto, a metà strada tra il docu-reality e il talk.

Un viaggio che ha raccontato le vicende all’interno di una scuola di periferia, in cui 16 studenti provenienti da classi diverse hanno imparato a conoscersi e a volersi bene. 

Un progetto televisivo e sociale reso possibile anche grazie alla collaborazione di sei istituti scolastici, molto differenti tra loro, che hanno restituito uno specchio della scuola italiana oggi.

 

4. Nessuno escluso: alfabetizzazione e inclusione digitale

Su RaiPlay la nuova programmazione per l’inclusione digitale

Il 2019 ha visto l’ingresso strategico della Rai negli OTT[5], un mercato in cui era sempre stata ai margini. Il grande rilancio dell’offerta web è avvenuto grazie alla nuova app di RaiPlay che propone un’offerta editoriale autonoma, riconoscibile, gratuita, di Servizio Pubblico e in grado di competere con i principali player OTT. 

Il 2020 ha consolidato il ruolo della Rai all’insegna delle produzioni originali disponibili in esclusiva su RaiPlay. Una crescita rilevante e strategica che ha permesso al Servizio Pubblico di raggiungere nuovi pubblici (target), sviluppare nuovi linguaggi e posizionarsi tra i player più innovativi del mercato, non lasciando indietro nessuno anche con nuove produzioni dedicate all’alfabetizzazione digitale. L’obiettivo è: tutti inclusi anche digitalmente.

 

IL PROGETTO MANZI 4.0 PER LA CITTADINANZA DIGITALE – gennaio 2021

“Riconnettiamo il Paese. Siamo la Rai”: è il messaggio al centro dello spot promosso dalla Direzione Rai per il Sociale, in onda su tutte le reti Rai.

Lo spot, realizzato dalla Direzione Creativa, è il racconto dei punti-chiave del progetto Maestro Manzi 4.0 della Direzione Rai per il Sociale, nato con l’obiettivo di accompagnare il Paese verso una piena cittadinanza digitale. 

Così come negli anni ’60 la Rai con il Maestro Manzi entrava nelle case degli italiani per insegnare a leggere e a scrivere, ora il Servizio Pubblico è impegnato nella diffusione della cultura dell’innovazione, raccontando il mondo che cambia e rispondendo ai nuovi bisogni, anche attraverso la moltiplicazione dei canali. 

Lo spot rappresenta un tassello dell’ampio mosaico formato dalle iniziative volute dal Dipartimento per la Trasformazione digitale, guidato dalla Ministra Paola Pisano e descritte nella Strategia nazionale per le competenze digitali, dal dialogo con tutte le istituzioni coinvolte nell’alfabetizzazione digitale e dalle iniziative di Rai per il Sociale nell’ambito del progetto Manzi 4.0.

 

Già dall’estate del 2020 è partita la nuova programmazione TV/video di contenuti prodotti da Rai Inclusione Digitale, struttura del Servizio Pubblico dedicata all’alfabetizzazione digitale. 

 

Di seguito alcune produzioni esemplificative:

CHE LAVORØI FARAI DA GRANDE? con Marco Montemagno è il programma dedicato al cambiamento dei lavori tradizionali: Marco Montemagno, divulgatore e imprenditore digitale seriale con un seguito di quasi 3 milioni di follower sui social, ha ragionato sul lavoro che cambia per orientare le scelte nel nuovo mercato. 

 

WEB SIDE STORY - QUANDO LA RETE FA LA STORIA è una docu-serie di 11 episodi realizzata sul modello degli explainer video, che ha raccontato gli eventi avvenuti in Rete o grazie alla Rete, alcuni rimasti nella memoria collettiva, altri che aspettano di essere scoperti o riscoperti. 

I contenuti, oltre a essere disponibili su RaiPlay, sono stati anche programmati sui Rai Scuola e Rai Storia.

 

NON È MAI TROPPO TARDI… FATTO?! 

Una serie pensata per favorire l'apprendimento rapido delle competenze digitali e la consapevolezza. I contenuti creano brevi percorsi formativi e sono pensati per poter essere implementati da test di autovalutazione e per essere declinati sui Social Network. A guidarci è Giovanni Muciaccia, con l’aiuto di una giovane e saccente assistente virtuale. 

 

INCLUSIONE DIGITALE – STORIE

Quali competenze occorre avere per orientarsi nel mondo digitale? Lo spiega Domenico Laforenza, partendo dalle competenze più semplici come l’uso del computer per navigare in rete o mandare una mail, alle più complesse come la programmazione, che richiede una continua formazione tecnologica e una attenzione etica.

 

INTERVISTE SNACK 

Sperimentare, lavorare in squadra, accettare i fallimenti, essere umili, energici, curiosi, seguire un coach e sviluppare le soft skills: sono i nuovi ingredienti necessari per il successo nel mondo che cambia ai tempi della trasformazione digitale. Questo è il contenuto delle Interviste Snack: spunti per muoversi in maniera consapevole sul lavoro e nella vita, forniti da docenti di rilievo internazionale e da personaggi del mondo della scienza e della divulgazione. A spiegare come cambia il mondo del lavoro è Annalisa Magone, giornalista ed esperta di industria 4.0, che racconta una sfida affascinante: l’operaio diventa operatore e non è più solo un ingranaggio ma un membro della squadra, parte di un gruppo di persone che lavora per un obiettivo concreto.  

Le Interviste Snack e le Domande Snack sono una produzione di Rai per il Sociale - Inclusione Digitale in onda su Rai Scuola e su RaiPlay.

 

5. La coesione in Radio

Numerosi anche in radio gli esempi di interazione e dialogo col pubblico, attraverso interventi telefonici e messaggi degli ascoltatori: per esempio con Prima pagina, la rassegna stampa della mattina su Rai Radio3 che ha un suo prolungamento nel programma Tutta la città ne parla

Rai Radio3 ci ricorda che la coesione sociale implica la coesione culturale, anzi una pluralità di cultura: musicale e parlata, umanistica e scientifica, generale e specialistica, locale, regionale, nazionale e transnazionale. Un programma in cui questo è ben evidente è, per esempio La lingua batte.

 

 

All you can care![6]

 

Preventivamente, a cura di chi intraprende il progetto:

-       Scegliere tra i materiali suggeriti in questa scheda dei contenuti facilmente reperibili e condivisibili e che durino al massimo 20/30 minuti.

-       Contattare un’associazione del territorio dedicata ad uno dei temi di coesione sociale su cui il materiale si focalizza per organizzare un’esperienza condivisa.

 

Durante l’esperienza proporre di:

-       Visualizzare insieme il materiale scelto.

-       Dividere in sottogruppi misti con chi vive concretamente in situazione di diversità.

-       In ciascun sottogruppo invitare a:

  • confrontarsi ed estrapolare elementi rappresentati nel materiale consultato che richiamano alle parole coesione sociale, inclusione, collaborazione, altruismo (cercarne eventualmente altre insieme).
  • Commentare gli elementi in cui si riconoscono sia nel ruolo di chi ha bisogno, sia nel ruolo di chi può intervenire a favore degli altri.
    • Individuare comportamenti, linguaggi e azioni che vorrebbero, invece, cambiare.
    • Preparare una proposta concreta da realizzare nel loro contesto scolastico, familiare, sociale. Tali proposte potrebbero essere ulteriormente approfondite e analizzate per valutare la fattibilità, oppure essere integrate tra di loro, per essere poi sottoposte all’attenzione della scuola, delle associazioni del territorio o delle istituzioni per realizzarlo concretamente.


[1] Per il politologo statunitense Francis Fukuyama.

[2]  http://www.rai.it/trasparenza/Contratto-di-servizio-e6731507-23ae-41bf-83dd-bf99b44b66ec.html

[3] Coesione sociale. La sfida del servizio pubblico radiotelevisivo e multimediale, Rai Libri, 2021.

[4] Definizione Treccani Enciclopedia

[5] OTT sta per “Over The Top” e si riferisce a contenuti video e audio che vengono offerti tramite una connessione Internet, su cui i relativi fornitori non hanno alcuna influenza o controllo. Per ricevere i servizi di streaming, gli utenti devono disporre soltanto di una connessione Internet e installare l’applicazione del provider OTT, che può quindi essere utilizzata per lo streaming del contenuto desiderato in qualsiasi momento, ovunque e con qualsiasi terminale abilitato a Internet.

Che si tratti di trasmissioni sportive, film, serie TV, streaming in diretta di videogiochi o video on demand, gli utenti hanno il pieno controllo sulla televisione e possono adattare la ricezione televisiva alle loro abitudini di visione personali. Lo stesso meccanismo si va diffondendo per i contenuti audio, musicali e non. Infatti la Rai sta già realizzando RaiPlay Sound, piattaforma per ascoltare i contenuti audio originali della Rai e le sue trasmissioni radiofoniche.

[6] Ispirato dalla canzone “I Care - Canzone dedicata a Don Milani” di Aleandro Baldi