Alberto Frizzerin,
Spin Off Università degli Studi di Padova
La diffusione di notizie false è un fenomeno che accompagna il mondo dell’informazione da sempre, ma il peso che sta assumendo attualmente è travolgente perché rapida e dirompente è la diffusione virale delle notizie e la mancanza di un filtro oggettivo alle stesse.
Controllare la circolazione dei fatti on-line è molto complesso e facilmente sfugge al controllo e alla critica di menti formate e attente. Ma non ci sono solo fake news, ci sono anche la misinformazione e la disinformazione. La misinformazione e la disinformazione sono due termini che vengono spesso usati in modo intercambiabile. Attenzione però che, anche se entrambi i termini rappresentano un certo pericolo per la società, non significano la stessa cosa.
Si può leggere dal sito della Commissione Europea che: La disinformazione si diffonde rapidamente online, in particolare sui social media. A volte va al di là delle semplici bufale.
La Commissione europea è in fase di dialogo con Google, Facebook, Twitter e Microsoft, piattaforme online firmatarie del codice di buone pratiche sulla disinformazione dell'UE, le quali hanno convenuto di promuovere attivamente le fonti autorevoli, declassare i contenuti falsi o fuorvianti e lanciare nuovi strumenti per ridirigere gli utenti direttamente verso fonti autorevoli o che forniscono informazioni multilingue accurate sulle crisi. [Commissione Europea, 2022]
Le fake news si riferiscono a informazioni false, spesso sensazionali, diffuse sotto le spoglie del giornalismo spesso per attirare l'attenzione, ingannare o danneggiare la reputazione. Parimenti nei siti Web, i canali di notizie false producono i loro contenuti di notizie false per ingannare i loro consumatori e diffondere informazioni errate attraverso i social network e il passaparola.
Il prof. Emiliano Ricci, docente di Media digitali presso l’Università degli Studi di Firenze, prende in considerazione la tipologia più moderna di disinformazione, quella diffusa attraverso le fake news. L’obiettivo di chi crea le notizie false, scrive, è sempre di ingannare e di influenzare intenzionalmente il modo di pensare di chi legge e le proprie scelte. Le conseguenze non sono difficili da prevedere: poiché sul web la possibilità di riprodurre la stessa informazione distorta è moltiplicabile per milioni se non miliardi di volte rispetto a quanto accade con altri media. I disinformatori hanno, grazie a internet, la possibilità di orientare i giudizi di un gran numero di persone, se non dell’intera società di un Paese, e di conseguenza anche le loro azioni. Cos’è tutto questo se non manipolazione psicologica? Chi è alla ricerca di informazioni o chi vuole approfondire le proprie conoscenze su specifici argomenti deve prestare, ormai, sempre maggiore attenzione ad internet, luogo in cui la correttezza etica alla quale dovrebbero conformarsi coloro che informano, è sempre meno sorvegliata.
Uno dei doveri degli operatori della comunicazione è la verifica dell’autenticità di una notizia, che avviene solo quando si riesce ad arrivare alla fonte dalla quale la notizia stessa proviene e ne si constata l’attendibilità. Ad oggi, purtroppo, queste buone prassi di fact-checking sono sempre meno presenti nella diffusione di notizie, a vantaggio di meccanismi subdoli di distorsioni e omissioni; infatti, la disinformazione è anche l’omissione di notizie o la loro trasmissione parziale.
Differenze tra misinformazione e disinformazione:
La misinformazione e la disinformazione sono due termini che vengono spesso usati in modo intercambiabile. Tuttavia, anche se entrambi i termini rappresentano un certo pericolo per la società, non significano la stessa cosa.
La misinformazione è un'informazione fuorviante, imprecisa o completamente falsa che viene diffusa senza l'esplicita intenzione di ingannare. Tuttavia, è destinata ad essere percepita dai destinatari come un'informazione seria e concreta. Gli esempi di misinformazione abbondano. L'ascesa dei social media, che permette a quasi tutti di condividere i propri pensieri, è una delle cause principali della crescente diffusione della misinformazione. Ma fanno lo stesso anche i media tradizionali, comprese alcune delle più grandi compagnie di notizie, per es. Fox News [...] (Civil Liberties Union for Europe (Liberties), 2021).
Una distinzione importante tra misinformazione e disinformazione è che la prima fa parte della libertà di espressione. Le informazioni false (misinformazione) che vengono diffuse possono (e spesso lo fanno) causare danni, sia agli individui che alla società ma vengono trasmesse, non c'è modo migliore per dirlo, in buona fede. Coloro che diffondono l'informazione credono non solo che sia vera, ma anche di aiutare la società a crescere e ad imparare ritrasmettendo l'informazione.
Al contrario coloro che diffondono la disinformazione hanno sicuramente l'intenzione di causare danni, e molto spesso i loro messaggi non sono altro che calunnie o discorsi di odio contro certe persone o gruppi di persone. Questo non rappresenta libertà o diritto di espressione. Ciò aiuta a ricordare che le persone che diffondono disinformazione spesso non hanno il diritto di farlo - non è libertà di parola.
La disinformazione è un'informazione falsa diffusa con l'intenzione di ingannare le persone. La persona che diffonde la "notizia" sa che è falsa e vuole ingannare il suo pubblico. A differenza della misinformazione, la disinformazione non consiste nell'educare in buona fede, ma con l'intento malevolo di dividere e suscitare paura.
Obiettivi:
L’obiettivo di questa scheda didattica è quello di permettere ai nostri studenti una conoscenza più approfondita delle differenze tra una fake news, la disinformazione e la misinformazione.
Metodologia:
Questa attività è molto utile in quanto permetterà allo studente di focalizzare la sua attenzione sul tema permettendogli di approfondire la differenza tra una fake news perché info sensazionale e la notizia volutamente camuffata o cambiata per dare un messaggio, o portare ad un’idea o un concetto.
Proposta di svolgimento:
Una prima attività sarà presentare agli studenti una serie di notizie, alcune vere, cioè ritrovate nel web, altre invece false e costruite.
La classe, divisa a gruppetti, avrà un tempo stabilito di 5 minuti per stabilire se le notizie riportate sono vere o false affidandosi alle loro conoscenze pregresse e al ragionamento di gruppo, ma senza poter utilizzare internet.
Al termine del quiz il professore potrà illustrare le notizie vere e le notizie false, premiando il gruppo con il totale di risposte corrette maggiore.
Una seconda attività sarà consegnare ai ragazzi una notizia da un sito web e loro dovranno verificarne alcuni aspetti, potendo utilizzare internet, cercando di capire se sia una fake news o una notizia veritiera: che criteri si utilizzano?
Alcuni criteri a titolo di esempio:
COME VERIFICARE? Strumenti semplici di verifica sono questi primi 9 passaggi:
1. L’AUTORE
Verificate che chi produce e diffonde la notizia sia davvero un giornalista o un esperto realmente accreditato: non è raro, infatti, che circolino contenuti autoprodotti da soggetti che non possiedono competenza scientifica o professionale della materia di cui parlano. Diffidate di chi non palesa la propria identità o da chi ha precedenti di disinformazione.
2. LA FONTE
Se non conoscete il sito, controllatene attendibilità e reputazione. Siti e blog di opinioni particolarmente controverse hanno spesso la finalità di divulgare una comunicazione distorta, tendente a confermare la propria tesi, spesso celando interessi economici.
3. L’INDIRIZZO DEL SITO
La URL del sito può rivelare il proprio grado di autorevolezza. Controllate attentamente che non vengano utilizzati nomi facilmente accomunabili a reali testate giornalistiche. Esempio: TG24-Ore, invece di Sky Tg 24; Il Fatto Quotidaino, invece di Il Fatto Quotidiano.
4. TITOLI CLICKBAIT
Titoli urlati, sensazionalistici, scritti tutti in maiuscolo possono essere segnale di disinformazione. Può capitare spesso che un titolo molto forte nasconda al proprio interno un articolo di senso opposto oppure vi induca a presumere che una notizia sia riconducibile ad un grave evento in corso. I siti che ospitano questo tipo di notizie sono spesso invasi da pop-up pubblicitari.
5. CONTROLLARE LA NOTIZIA
Verificate su Internet se la notizia è riportata da altre fonti di riconosciuta autorevolezza e se il contenuto non sia già stato etichettato come bufala. Un processo di fact-checking ottimale dovrebbe consentirvi di reperire la medesima notizia in almeno altre 4/5 testate giornalistiche registrate.
6. FOTO FALSE
Può succedere che a corredo di una notizia vengano pubblicate immagini decontestualizzate, modificate o utilizzate in maniera scorretta. Potete verificare l’autenticità della fotografia tramite una ricerca testuale o per immagini sui motori di ricerca.
7. AUTENTICITÀ DELL’ACCOUNT
Sui social network gli account autorizzati a diffondere informazione possiedono la spunta blu certificata e sono sempre sottoposti a verifica dalla piattaforma stessa.
8. FURTO DEI DATI PERSONALI E FALSE RACCOLTE FONDI
In caso di gravi calamità, spesso succede che si attivino delle raccolte fondi per aiutare chi ha bisogno. È sempre necessario controllare l’attendibilità di chi avvia queste iniziative o di chi richiede dati personali sensibili.
9. NON CONDIVIDERE PRIMA DEL FACT-CHECKING
Non facciamoci prendere in giro! Se leggiamo una notizia particolarmente sensazionalistica o incredibile, poniamoci questa domanda: “Ma è davvero possibile?”. È necessario sviluppare senso critico, che può aiutarci a non diventare complici di chi dissemina disinformazione. Verificare sempre!
(Cr.Piemonte, 2021