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I 17 Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile e l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite

Marco Tortora

 Presidente Associazione FAIR

 

L'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, adottata da tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite nel settembre del 2015, è un progetto condiviso per la pace e la prosperità per le persone e il pianeta, per il presente e il futuro. Al centro ci sono i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs), un framework per guidare l'azione da parte di tutti i paesi - sviluppati e in via di sviluppo – secondo i criteri di un partenariato globale che includa anche il settore privato e la società civile.

Storia 

Nel giugno del 1992, a Rio de Janeiro (Brasile), le Nazioni Unite organizzarono The Earth Summit al quale parteciparono più di 180 paesi. Tra i risultati dell’evento, il lancio e l’adozione da parte della maggior parte dei paesi dell' Agenda 21, un piano d'azione globale per costruire un partenariato globale per lo sviluppo sostenibile per migliorare la vita umana e proteggere l'ambiente.

Diciotto anni dopo, nel settembre del 2000, durante il Millenium Summit organizzato sempre dalle Nazioni Unite, gli Stati membri adottarono all'unanimità la Dichiarazione del Millennio presso la sede delle Nazioni Unite a New York. Il principale risultato del vertice internazionale fu l'elaborazione degli otto obiettivi di sviluppo sostenibile del millennio (Millennium Development Goals – MDGs), bussola per ridurre l’obiettivo globale della povertà estrema entro il 2015.

Nel 2002, durante il Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile in Sud Africa (the World Summit on Sustainable Development , 2002), vennero adottati due documenti : la Dichiarazione di Johannesburg sullo Sviluppo Sostenibile e il Piano di attuazione (Johannesburg Declaration on Sustainable Development and the Plan of Implementation). In questi documenti furono confermati gli impegni della comunità globale degli Stati membri per sviluppare azioni e programmi per sradicare la povertà e preservare l'ambiente sulla base dell'Agenda 21 e sulla Dichiarazione del Millennio. Enfasi fu posta per la prima volta sulla necessità strategica e operativa dei partenariati multilaterali.

Nel giugno del 2012, sempre a Rio de Janeiro in Brasile, alla nuova Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile (United Nations Conference on Sustainable Development, Rio+20), gli Stati membri adottarono il documento finale "The Future We Want" in cui fu deciso di avviare un nuovo processo di sviluppo orientato da nuovi obiettivi globali (gli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile o SDG – Sustainable Sevelopment Goals) basati sui precedenti otto obiettivi del Millennio. Nel 2013, l'Assemblea Generale istituì appositamente un gruppo di lavoro aperto di trenta membri per sviluppare una proposta sui nuovi obiettivi o SDG.

Allo stesso tempo fu istituito il Forum politico di alto livello delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile (UN High-level Political Forum on Sustainable Development). 

Tra i risultati raggiunti al vertice di Rio vi furono anche novità in altre misure adottate, per esempio, per sostenere l'attuazione dello Sviluppo Sostenibile in settori quali i mandati per futuri programmi di lavoro, il finanziamento (development financing) come leva di sviluppo, l’attenzione ai piccoli stati insulari in via di sviluppo e altro ancora.

L’anno chiave per il lancio dei nuovo obiettivi di sviluppo è il 2015. Nel gennaio 2015 l'Assemblea Generale avviò il processo di negoziazione sulla nuova Agenda di Sviluppo Sostenibile. Il processo culminò nel settembre dello stesso anno quando nel corso della Conferenza sullo Sviluppo Sostenibile a New York presso il Palazzo delle Nazioni Unite tutti gli Stati Membri adottarono l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, con al centro i diciassette obiettivi dello sviluppo sostenibile o 17 SDGs (Sustainable Development Goals).

 

Il 2015 divenne anno fondamentale per l’affermazione di alcuni principi operativi quali il multilateralismo e la definizione delle politiche internazionali orientate alla sostenibilità. Numerosi gli accordi che sostennero questa direzione, con l'adozione di numerosi importanti accordi quali, tra gli altri:

  • Quadro di Sendai per la riduzione del rischio di catastrofi (Sendai Framework for Disaster Risk Reduction) (marzo 2015)
  • Agenda d'azione di Addis Abeba sul finanziamento dello sviluppo (Addis Ababa Action Agenda on Financing for Development ) (luglio 2015)
  • Trasformare il nostro mondo: l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (Transforming our world: the 2030 Agenda for Sustainable Development) (settembre 2015).
  • Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici (dicembre 2015)

 

L’Agenda 2030 e i 17 Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile

Con l'adozione della nuova Agenda dello Sviluppo sostenibile il mondo si è dotato di un framework globale per sviluppare programmi, politiche e azioni orientate allo sviluppo sostenibile, misurabili nei loro effetti grazie ai 169 Target e relativi indici.

In particolare, per quel che riguarda il concetto di sviluppo sostenibile prima richiamato, oltre ai tre pilastri della Sostenibilità rappresentati dalle 3P, people, planet e profit, si richiamano le 5P riportate dalla stessa Agenda 2030 e che introducono cinque concetti chiave: 

  • Persone. Eliminare fame e povertà in tutte le forme, garantire dignità e uguaglianza. 
  • Prosperità. Garantire vite prospere e piene in armonia con la natura
  • Pace.Promuovere società pacifiche, giuste e inclusive.
  • Partnership. Implementare l’Agenda attraverso solide partnership
  • Pianeta. Proteggere le risorse naturali e il clima del pianeta per le generazioni future.

 

I cinque concetti sono fondamentali  per interpretare l’Agenda sia dal lato operativo che metodologico e concettuale. La complessità è un campo teorico e operativo che richiede un approccio diverso: i cinque concetti o 5P diventano le 5 dimensioni della sostenibilità la cui lettura richiede una visione sistemica e integrate per leggere le radicate interconnessioni esistenti tra le stesse ai fini dello sviluppo di soluzioni efficienti. 

Dal punto di vista metodologico e operativo questo comporta un approccio ai problemi e allo sviluppo di soluzioni di sostenibilità per ciascuno o più degli SDG considerando la complessità, la multiscalarità e l’interconnessione tra temi e settori. Un nuovo metodo in primis basato sulla cooperazione e la complementarità delle competenze e conoscenze non solo da parte dei Governi ma anche di tutti i soggetti del mondo privato, della società civile e delle istituzioni. 

 

I 17 Obiettivi o SDG

GOAL 1. SCONFIGGERE LA POVERTA'.

Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo

TARGET: 7

GOAL 2. SCONFIGGERE LA FAME.

Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile

TARGET: 8

GOAL 3. SALUTE E BENESSERE.

Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età

TARGET:13

GOAL 4. ISTRUZIONE DI QUALITA'

Assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti

TARGET:10

GOAL 5. PARITÀ DI GENERE

Raggiungere l'uguaglianza di genere e l'empowerment (maggiore forza, autostima e consapevolezza) di tutte le donne e le ragazze

TARGET:9

GOAL 6. ACQUA PULITA E SERVIZI IGIENICO-SANITARI 

Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell'acqua e delle strutture igienico-sanitarie 

TARGET:8

GOAL 7. ENERGIA PULITA E ACCESSIBILE

Assicurare a tutti l'accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni

TARGET:5

GOAL 8. LAVORO DIGNITOSO E CRESCITA ECONOMICA

Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un'occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti

TARGET:12

GOAL 9. IMPRESE, INNOVAZIONE E INFRASTRUTTURE

Costruire una infrastruttura resiliente e promuovere l'innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile

TARGET:8

GOAL 10. RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE

Ridurre l'ineguaglianza all'interno di e fra le Nazioni

TARGET:10

GOAL 11. CITTÀ E COMUNITÀ SOSTENIBILI

Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili

TARGET:0

GOAL 12. CONSUMO E PRODUZIONE RESPONSABILI

Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo

TARGET:11

GOAL 13. LOTTA CONTRO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze

TARGET:5

GOAL 14. VITA SOTT'ACQUA

Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile

TARGET:10

GOAL 15. VITA SULLA TERRA

Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell'ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, e fermare la perdita di diversità biologica

TARGET:12

GOAL 16. PACE, GIUSTIZIA E ISTITUZIONI SOLIDE

Promuovere società pacifiche e più inclusive per uno sviluppo sostenibile; offrire l'accesso alla giustizia per tutti e creare organismi efficienti, responsabili e inclusivi a tutti i livelli

TARGET:12

GOAL 17. PARTNERSHIP PER GLI OBIETTIVI

Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile

TARGET:19

 

Il percorso verso i 17 SDG : il punto

Secondo l’ultimo Rapporto del Gruppo indipendente di Scienziati delle Nazioni Unite (GSDR, 2023), il percorso di miglioramento e progresso verso il raggiungimento dei 17 Goal dell’Agenda 2030 non risulta ancora adeguato. 

Lo sviluppo è infatti definito come insostenibile: solo recentemente, lo sviluppo ineguale e insostenibile ha causato recenti crisi che, dal livello globale, si sono distribuite ai livelli locali delle comunità e dei territori con effetti negativi per persone e ambiente. 

Ne deriva la necessità, per la sopravvivenza degli essere umani, di assicurare che il sistema socio-economico globale e i sotto-sistemi locali si adeguino investendo e sviluppando strumenti di resilienza adeguati per affrontare, da un lato, i prossimi probabili shock e, dall’altro lato, per accelerare l'attuazione dei progetti e delle azioni orientati agli SDG. 

Come anticipato nel Rapporto, gli obiettivi globali richiedono un’azione precisa e adeguata al livello locale dove verrà applicata.

Quali che siano le leve di azione (Governance, Economia e Finanza, Azione individuale e collettiva, Scienza e tecnologia) , dovranno essere disegnati e realizzati progetti che individuino una o più tra le seguenti aree di ingresso e attivazione: Capacità e benessere delle persone; Sistemi economici equi e sostenibili; Decarbonizzazione e giusto accesso alle fonti energetiche; Nuovi sistemi del cibo; Sviluppo urbano e peri-urbano; Beni ambientali globali.

A livello globale, l’outlook negativo e pessimistico riportato sopra è in parte dovuto all’impatto e ai relativi effetti negativi causati dalla crisi pandemica globale del COVID-19 SDG (Progress Report 2022). Solo guardando al Goal 1 , Povertà , si vede chiaramente come gli ultimi quattro anni di progressi sono stati erosi dagli effetti della pandemia. Otto milioni di lavoratori hanno perso il posto di lavoro e sono entrati nella categoria nuovi poveri. Per il Goal 2, Cibo e sicurezza alimentare, gli indici sono negativi a causa , in parte, del Covid-19 e in parte dell’aumento dei prezzi e dell’incertezza di approvvigionamento causate dai conflitti e dalla riorganizzazione delle filiere della logistica. Ancora, 150 milioni di bambini nel mondo soffrono di malnutrizione. Per il Goal 4, Educazione, ventiquattro milioni di studenti non ritorneranno ai loro studi (dalla scuola materna all’Università). Per il Goal 6 , Acqua, negli ultimi trecento anni abbiamo perso oltre l’85% delle zone umide e il tasso non continua a scendere. Allo stesso modo oltre tre miliardi di persone non hanno accesso ad acqua potabile e sicura. Secondo il Goal 7 , Energia, siamo ancora lontani dall’uso efficiente delle risorse che dovrebbe nutrire i nostri sistemi di produzione e consumo con un tasso di miglioramento annuo dell’1,9% contro il 3,2% atteso. L’economia globale, Goal 8, e la sua ripresa è ancora ostacolata dalle crisi pandemica e dalla crisi ucraina sotto vari ambiti, dalle catena di logistica all’inflazione, e in particolare modo nel mercato del lavoro dove i tassi di disoccupazione sono alti e la produttività dei lavoratori bassa. Le aziende cercano di adeguarsi , Goal 9, ma sopratutto per le PMI (Piccole e medie imprese) la difficoltà sono molte: dall’accesso ai finanziamenti ai rischi di chiusura. Per il Goal 11, le città restano il fulcro dello sviluppo sostenibile ma una maggiore attenzione dovrebbe essere data agli abitanti delle baraccopoli , oggi oltre il miliardo, e alla gestione dei rifiuti urbani. Di tutti gli obiettivi, quello con il Codice Rosso, è il Goal 13 relativo al Climate Change: le emissioni di CO2 solo nel 2021 sono aumentate del 6% contribuendo , tra gli altri, ad aumentare le probabilità di realizzarsi di scenari pessimistici in termini di disastri ambientali (+40% tra il 2015-2030), siccità, aumento del livello e della temperatura dei mari con vari effetti sulle popolazioni umane, marine e vegetali. 

Questi e molti altri indicatori e indici chiedono un’azione forte e convinta di Governi, imprese, società civile e istituzioni per accelerare i programmi di sviluppo sostenibile al fine del raggiungimento dei 17 SDG prefissati nell’Agenda 2030 del 2015.

 

A livello europeo e italiano la situazione conferma le stesse preoccupazioni del Rapporto globale, pur con delle differenze ed eccezioni. Il rapporto ASviS 2021 apre riconoscendo infatti all’Unione Europea (UE) la qualità di elemento distintivo a livello globale. L’UE si conferma area leader a livello internazionale per le politiche di sviluppo sostenibile. L’integrazione degli SDGs/Obiettivi dell’Agenda 2030 nelle politiche europee e le iniziative introdotte sui temi sociali, economici e ambientali rappresentano, secondo il Rapporto citato, la migliore azione coesa nel mondo. Ricordiamo in particolare le seguenti politiche e integrazioni: EU Green Deal > SDG: 2,3,6,7,8,9,10,11,12,13,14,15 ; EconomyFiTfordigitalAge > SDG: 4,9 ; Economy that works for people > SDG: 1,3,5,8,9,10 .

 

Per l’Italia, pur appartenendo al contesto europeo e per questo contribuendo a determinarlo con le proprie politiche e programmi, per lo stesso Rapporto la situazione appare altrettanto grave e i dati riportati mostrano come il progresso verso gli Obiettivi sia a rischio. Anche per l’Italia le analisi devono necessariamente partire dal riconoscimento del contesto attuale e degli ultimi due anni nel quale il Paese si è trovato a operare: in primis il ruolo e l’impatto creato dalla pandemia ma anche la crisi della guerra in Ucraina e gli effetti di entrambi gli eventi alla scala mondiale su vari settori come quello finanziario e logistico. 

Stando ai dati, solo 3 Goal su 17 riportano un andamento positivo tra il 2019 e il 2020:  sistema energetico (Goal 7), lotta al cambiamento climatico (Goal 13) e giustizia e istituzioni solide (Goal 16). Per altri tre Goal si riporta una stabilità degli indici e degli andamenti : alimentazione e agricoltura sostenibile (Goal 2), acqua (Goal 6) e innovazione (Goal 9). 

Per i restanti nove Goal , gli indicatori sono peggiorati; povertà (Goal 1), salute (Goal 3), educazione (Goal 4), uguaglianza di genere (Goal 5), condizione economica e occupazionale (Goal 8), disuguaglianze (Goal 10), condizioni delle città (Goal 11), ecosistema terrestre (Goal 15) e cooperazione internazionale (Goal 1). 

Per questo si rimanda all’urgenza della programmazione e dell’azione per avviare, accelerare o invertire il percorso ove possibile nel più breve tempo possibile, ricordando che mancano meno di nove anni alla data prefissata dall’Agenda 2030.