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L’età dell’oro del podcast: la nuova frontiera dell’informazione

Alessandro Latterini

Università degli Studi di Firenze

 

Il podcast è un contenuto audio che può essere ascoltato dagli utenti sia mediante una connessione Internet, sia offline dopo essere stato scaricato dalle varie piattaforme presenti in rete. La parola podcast deriva dalla fusione dei termini iPod e broadcasting, e comparve per la prima volta in un articolo del quotidiano “The Guardian” agli inizi del 2004. In questo articolo, intitolato “Audible Revolution”, si domandava quale potesse essere la giusta terminologia da adottare per definire questa nuova modalità di distribuzione dei contenuti audio. 

Il podcast, dopo un momento di forte lancio, è stato utilizzato soltanto da una ristretta cerchia di utenti. La tendenza si inverte a partire dal 2014, in concomitanza con la diffusione degli smartphone. Gli utenti, beneficiando della maggior capacità di archiviazione dei propri dispositivi, hanno iniziato a fruire in maggior misura i podcast. Contemporaneamente, le piattaforme come iTunes, Spotify, Google, hanno giocato un ruolo chiave nel definire il podcast come un medium di massa.

A seguito della sua espansione, il podcast ha sviluppato uno stretto legame con le radio. Nonostante si basino su tecnologie distinte (i podcast sono distribuiti grazie ai feed RSS) esiste una contiguità tra le due dimensioni, poiché la prima è concepita come una espansione dei contenuti radio, molte volte incasellati all’interno di rigidi palinsesti. 

Il podcast permette ai giornalisti di focalizzarsi sugli approfondimenti relativi ad un determinato tema. Questi contenuti spesso sono rivolti a un pubblico giovane e diversificato, che ha maggior reticenza a seguire le classiche trasmissioni radio. In alcune aree del mondo (Usa, Canada e Brasile) gli introiti derivanti dalle sponsorizzazioni e dalle iscrizioni degli utenti aumentano esponenzialmente, mentre in altre aree - dove i margini di guadagni sono minori - gli editori considerano i podcast un buon modo per costruire un pubblico fidelizzato a un determinato marchio, in modo tale da trasformarlo in una fonte di reddito.

Esistono varie tipologie di Podcast. Secondo il Report redatto dall’Oxford Institute ce ne sono cinque:

- Talk: consistente in un programma di dibattito e conversazione con ospiti che variano da puntata a puntata. Per lo più si tratta di programmi settimanali e non sceneggiati. Ad esempio, potrebbero essere programmi come “The Professor and The Hack” e Radio List diretta da Mario Sechi.

- Notizie quotidiane e di attualità: si tratta di puntate incentrate sulle news di attualità. In seguito, il programma radiofonico (o televisivo) quotidiano viene riconfezionato come podcast. Un esempio potrebbe essere “Il notiziario del mattino” di Radio Radicale.

- Podcast incentrati su serie narrative: in questo caso i programmi si focalizzano su una storia, un’indagine, oppure la narrazione di uno (o più crimini). In questa categoria rientrano programmi come “Demoni Urbani” e “Stories” di Cecilia Sala.

- Podcast audio di lunga lettura: consistente in una lettura di un articolo di giornale o di una rivista. Può essere rilasciata regolarmente (come, ad esempio, Stampa e Regime di Radio Radicale), oppure no.

- Ed infine ci sono tutte le altre categorie di podcast rilasciate a cadenza regolare.

Seguendo questa classificazione, sono state aggregate le preferenze di cinque paesi (quelli in cui lo strumento del podcast ha avuto un maggiore impatto negli ultimi anni). La tipologia dei contenuti maggiormente seguita è quella dei Talk (43%), seguita dalle serie narrative, in forte ascesa (24%), e le notizie quotidiane (17%).

Immagine 1: Percentuale di ascolto delle diverse tipologie di podcast.

Il numero di podcast aumenta di mese in mese e coloro che li producono possono essere raggruppati in quattro macrocategorie. La prima è quella delle emittenti radio e televisive. Sempre più frequentemente queste aziende convertono in podcast i propri contenuti dopo averli trasmessi. Ad esempio, NPR, BBC, Radio France, Radio Radicale, Rai Radio Play. La seconda dimensione di produttori di podcast è senz’altro quella dei giornalisti professionisti o addirittura le testate (come ad esempio Il “Postcast”, oppure “le inchieste della Repubblica”). La terza è composta dalle società produttrici che hanno in dotazione uno o più studi di produzione di programmi originali destinati al podcasting. Queste società sono soprattutto americane e sono ad esempio Gimlet Media, District Productive ed Audioboom. Un’altra categoria di produttori sono i cosiddetti “indipendenti”, ovvero un singolo o un gruppo di individui che producono un programma podcast. Spesso autofinanziato o tramite piattaforme di donazione come Patreon. Un esempio interessantissimo è Europe Elect, una piattaforma nata per raccogliere e diffondere i sondaggi dei partiti pubblicati in tutti i Paesi europei. A seguito della creazione della piattaforma Patreon, hanno creato una serie di approfondimenti relativi ai mutamenti dell’opinione pubblica degli elettori nei confronti del loro corpo politico. Infine, anche gli attori istituzionali e politici sono diventati produttori di contenuti audio. Le loro finalità non sono commerciali, ma essenzialmente divulgative.

 

 

Immagine 2: Produttori di podcast in valori percentuali.

In tutti i Paesi le emittenti sono i maggiori produttori di podcast nazionali, ciò è possibile soprattutto per la quantità di materiale radiofonico che sono in grado di convertire in podcast. Ciò avviene in particolar modo in Francia, dove l'80% dei podcast nazionali più importanti è prodotto dalle emittenti radiofoniche francesi, come ad esempio Radio France, RTL, ed Europe 1. Gli editori francesi provenienti dalla stampa hanno iniziato a investire in questa tipologia di prodotto soltanto negli ultimi anni. Le società di podcasting indipendenti tendono a concentrarsi su aree meno esplorate dai giornalisti, come ad esempio i videogiochi. Negli Stati Uniti, invece, la scena dei podcast è maggiormente equilibrata. Gli editori nati dalla stampa (28%) producono quasi lo stesso numero di podcast delle emittenti (35%).

A differenza degli altri quattro, negli States, le società di produzione di podcast sono molto più consolidate all’interno del mercato. Realtà come a Gimlet e Wondery sono in grado di produrre molto materiale e perciò costituiscono il 19% del totale. In altri Paesi le società non riescono ancora a competere con le emittenti radio/televisive. Per quanto riguarda gli autori indipendenti hanno molto spazio in Svezia (17%) e in Gran Bretagna (12%).

Come ultimo aspetto analizziamo l’andamento dei podcast in Italia. Negli ultimi tre anni l’istituto Ipsos ha seguito da vicino l’evoluzione della fruizione dei contenuti audio da parte degli utenti italiani. 

Lo strumento digital audio ha fatto breccia tra la popolazione italiana. Basta pensare che nel mese di luglio 2021 circa 9,3 milioni di italiani hanno ascoltato almeno un podcast. Nel 2020 gli ascoltatori ammontavano a 8,5 milioni e l’anno precedente erano all’incirca 7 milioni. Lo strumento più utilizzato per ascoltare podcast è lo smartphone, e ciò è dovuto alla facilità di accesso ai contenuti attraverso le applicazioni. Il principale luogo di ascolto è la casa e le persone svolgono altre funzioni in contemporanea. Ed è questo il punto di forza di questi contenuti rispetto ai video, in cui l’utente deve seguire anche le immagini nello schermo. La flessibilità del podcast crea altro potenziale tempo di fruizione da parte degli utenti.

L’alto interesse per i contenuti da parte degli utenti è espresso anche dal fatto che il 59% della popolazione oggetto di ricerca segue il podcast per l’intera durata.

In conclusione, il podcast è uno strumento in rapida ascesa e ha spazi di crescita importanti perché in grado di inserirsi in momenti della giornata in cui un utente può fare anche altro. Inoltre, testate giornalistiche, emittenti e società possono avere la possibilità di spandere contenuti di loro interesse.

 

Proposta di attività in classe

- Immaginate di lavorare per un quotidiano nazionale e vi chiedono di realizzare una serie di Podcast di cinque puntate che indaghino sulla condizione lavorativa dei giovani under trenta. Come organizzerete i contenuti? Quali personalità intervisterete? Su quale area del Paese vi focalizzereste maggiormente? Provate a stilare una scaletta di cinque puntate da trenta minuti ciascuna.

- La rubrica “Camminando l’Italia” di Radio Rai 1 vi chiede di creare un podcast dedicato alla “Via Francigena”. Come organizzereste le puntate? Quali sono gli aspetti su cui vi focalizzereste maggiormente?