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Informarsi attraverso i social media

Giacomo Buoncompagni

Università degli Studi di Firenze

 

Il Reuters Institute di Oxford ha di recente pubblicato l’ultimo Digital News Report (2022), disponibile gratuitamente online. Lo studio ha coinvolto oltre 93mila persone in 46 diversi paesi (Italia compresa), ed è stato realizzato all’inizio dell’anno. Già dalle prime pagine emergono subito alcuni punti interessanti, comuni a tutti i paesi coinvolti nella ricerca. Si nota un aspetto inedito circa il comportamento del pubblico: il tentativo di “evitare le news”.

Il 38% delle persone evita d’esporsi all’informazione, in tutto o in parte. Le cause sembrano riguardare la trattazione di argomenti, sicuramente importanti, ma ormai noti al grande pubblico. Notizie ripetute a lungo che “stancano” e influenzano negativamente, in termini psico-emotivi, la quotidianità dei cittadini connessi. Ad esempio, si parla troppo di politica e covid (43%); tale sovraccarico li rende esausti (29%).

Altro dato interessante è che, nonostante si registri un incremento generale del consumo di contenuti mediali visuali, all’interno di piattaforme come YouTube, TikTok e Instagram leggere un articolo in forma scritta rimane ancora l’opzione preferita per informarsi.

Nello specifico, per quanto riguarda l’Italia, il 60% si informa attraverso contenuti testuali, mentre il 18% preferisce i video. Tale preferenza sembrerebbe essere legata alla sensazione di avere più controllo sui contenuti in rete.

Chi predilige il formato video (in particolare gli under 25) lo fa perché lo considera un modo facile per informarsi (42%), coinvolgente (41%) e comodo (24%).

La ricerca conferma la “sfiducia nei confronti dei media e dei giornalisti”. Dopo la pandemia il 42% degli intervistati ha dichiarato di non fidarsi più dell’informazione prodotta dai grandi media. Particolarmente accentuate sono tali perplessità nel caso italiano, dove soltanto il 13% considera le testate giornalistiche libere da influenze politiche (13%) o economiche (15%). E’ principalmente la carta stampata a scontrarsi con lo scetticismo delle persone. ANSA, Il Sole 24 ore e Corriere della Sera restano le testate più seguite dagli utenti, mentre i telegiornali perdono terreno un po’ ovunque.

Tali tendenze possono essere in parte spiegate anche da un altro interessante dato: la mutata concezione del giornalismo e del giornalista. I “nuovi” giornalisti non sono più soltanto quelli che lavorano nei media mainstream, ma anche gli ormai noti “youtuber, podcaster, comici, autori e influencer” che quotidianamente sono presenti sul palcoscenico delle loro piattaforme.

Cambia dunque il profilo di quanti operano nei media e con i media, raccontando cosa accade nel mondo. Non a caso la quantità di informazione prodotta dai (contentcreators di informazione è cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni, anche grazie alle nuove opzioni di monetizzazione su piattaforme social, newsletter e podcast.

Tuttavia, sembra essere ancora basso il numero di utenti che supportano economicamente l’informazione online.

Interessante il comportamento online dei giovani con meno di 25 anni, sicuramente più inclini a consumare informazione video (TikTok è utilizzata per le news dal 15% di questa audience), che apprezzano maggiormente le opinioni espresse dai giornalisti sui loro canali social (46% contro il 29% degli over 55).

Dati analoghi si trovano anche sul sito italianionline.it., che conferma la maggiore interazione sul web, anche se sempre più contenuta. I pubblici online utilizzano poco l’opzione del like (mi piace), condividendo e commentando spesso senza leggere i reali contenuti dell’articolo riportato nelle piattaforme. 

La pandemia di Covid-19 ha rafforzato le pratiche mediali digitali e portato gli utenti a trascorrere molto tempo in rete e fruire delle news in modo diverso rispetto a prima. Si registra attualmente un consumo di contenuti web che va dai testi ai video, fino alle dirette streaming.

Sappiamo però che stare online e comunicare in rete per lungo tempo comporta dei rischi e richiede una buona conoscenza dei punti di forza e di debolezza del web. La disinformazione rappresenta ancora oggi il “pericolo” più diffuso per tutte le tipologie di utenti connessi.

A tal proposito, nel febbraio del 2022 Ipsos ha realizzato un sondaggio sul rapporto tra gli italiani e le cosiddette fake news

La ricerca ha analizzato un campione casuale di 1000 persone, con età compresa fra i 18 e i 65 anni.

Emerge una diffusa consapevolezza di questo rischio, che ha permesso nel 73% dei casi di riconoscere e “affrontare” i casi di disinformazione, anche se si è più scettici circa la capacità del pubblico di riconoscere le fake news. Soltanto 1/3 del campione ritiene capaci gli altri utenti di distinguere le notizie false da quelle vere.

Sono circa 7 italiani su 10 a informarsi unicamente attraverso fonti e mezzi di comunicazione gratuiti. Il 60% considera i social network l’ambiente mediale più “menzognero”. Un’analoga percentuale dichiara di stare molto attento alla ricerca di notizie, provando ogni volta a verificare quanto letto e confrontando le fonti, ad esempio attraverso la verifica dei link e di informazioni circa gli autori dei contenuti

Il 38% controlla che i siti siano aggiornati ed esegue confronti fra più siti. 

 

Proposta per l’attività in classe 

Si potrebbero prevedere due momenti: uno relativo all’utilizzo dei media da parte degli alunni, l’altro riguardante l’abilità di quest’ultimi nel verificare le notizie online.

Nella prima fase si potrebbe costruire una tabella alla lavagna, inserendo in una prima colonna i nominativi degli studenti e in una seconda i canali digitali utilizzati quotidianamente.

Sulla base di quanto emerge, l’insegnante potrebbe stimolare un momento di dialogo e di riflessione, esortando gli alunni a spiegare quali notizie solitamente cercano, leggono e condividono in rete, per quale motivo e attraverso quale medium.

Nella seconda fase, con il supporto degli strumenti informatici, si potrebbero confrontare le notizie, ponendosi alcune domande: quali testate riportano la notizia selezionata? In quale data? Chi è l’autore? Quali sono le fonti? Per quanti giorni-settimane quell’evento è seguito dalla testata?